Shahryar Nashat. Streams of Spleen

Streams of Spleen“, la più grande mostra personale in Svizzera di Shahryar Nashat, a cura di Francesca Benini, sarà visitabile al MASI Lugano fino al 18 agosto 2024. L’artista ha ripensato e trasformato l’enorme spazio della sala ipogea del MASI con un intervento di tipo architettonico, costruendo al suo interno uno spazio più ridotto che mette in risalto le opere lì esposte, ma soprattutto che crea un’atmosfera intima (grazie al rosa delle pareti, alle luci e alla musica di sottofondo), afferente a una dimensione altra, dove spazio e opere sono un tutt’uno.

Veduta dell’allestimento “Shahryar Nashat. Streams of Spleen”, MASI Lugano, 2024 Foto © MASI Lugano, fotografo Luca Meneghel

Questo rosa era già presente nelle recenti mostre nelle istituzioni e nelle gallerie con cui l’artista collabora (Ordet, Milano; Rodeo, Londra; David Kordansky, Los Angeles; Gladstone gallery, New York, ecc.), ma qui il tutto diventa così immersivo che ci si muove all’interno e all’esterno di una grotta geometrica come rapiti dall’ambiente multisensoriale. È un viaggio nel corpo umano che comincia con le sculture in resina polimerica sintetica con pittura a olio che simulano la carne umana e con forme vagamente corporali dal titolo Bone Out, mentre dal basso soffitto pendono inquietanti ciuffi di silicone, polvere, capelli e unghie (Senza titolo). Per contrasto, in mezzo allo spazio si impongono opere più geometriche e astratte in resina poliestere, fibra di vetro, e pittura acrilica, dal titolo Boyfriend, che però conservano tracce di imperfezione corporea. Sulla destra e sulla sinistra si aprono varchi che ci portano in un ambiente più vasto e disteso, in cui l’artista propone opere realizate con tecniche più classiche: un marmo, sempre dalla forma organica (Hustler) e, a parete, un piccolo lavoro, un quadretto, in gel acrilico, inchiostro su carta, compensato (Brother) che rappresenta una cassa toracica, e la gelatina acrilica suggerisce secrezioni organiche.

Veduta dell’allestimento “Shahryar Nashat. Streams of Spleen”, MASI Lugano, 2024 Foto © MASI Lugano, fotografo Luca Meneghel

Si arriva così, dietro alla costruzione di cui sopra, alla proiezione video che dialoga perfettamente con i colori e i suoni di tutto il resto. Il video HD su Led wall di 7 minuti e 15 secondi Streams of Spleen (2024) è trasmesso in loop su una grande parete di schermi luminosi. Qui l’artista ha voluto mettere insieme tecniche diverse di rappresentazione di lupi filmati nel loro habitat naturale, disegnati digitalmente o ricreati con l’intelligenza artificiale. Quindi non solo il corpo umano, ma anche quello animale esplorato per le sue proprietà. Si va da percezioni mentali ai processi dell’industria alimentare, da un approccio freddo e distaccato a uno più empatico e sinestetico, da una sensazione di disagio all’essere trasportati e affascinati, dal tessuto muscolare a quello scheletrico, dalla vulnerabilità delle membra alla forza e consistenza del marmo, da una sensazione di vitalità a un senso di morte: in tutto questo ritroviamo la storia dell’arte e la sperimentazione più aggiornata.

Veduta dell’allestimento “Shahryar Nashat. Streams of Spleen”, MASI Lugano, 2024 Foto © MASI Lugano, fotografo Luca Meneghel

Anche il catalogo, 17 Waves, che accompagna la mostra è un’operazione artistica: concepito da Shahryar Nashat in collaborazione con il graphic designer Sabo Day e lo scrittore Kristian Vistrup Madsen, è leggibile come un discorso poetico sull’esistenza umana e sull’essere artista. Diciassette capitoli come altrettante possibilità e modalità per realizzare opere, per stare al mondo. Il libro si chiude con un testo critico di Francesca Benini e Gioia Dal Molin ed è co-prodotto da MASI Lugano, Istituto Svizzero, Roma e Lenz Press. L’esposizione è realizzata in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma.

Info:

Shahryar Nashat. Streams of Spleen
17.03.2024 – 18.08.2024
Sede LAC
Piazza Bernardino Luini 6, Lugano
https://www.luganolac.ch/masi/home.html


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