Mentre Venezia si appresta a svuotarsi dagli studenti universitari salutandoli per poi riabbracciarli con il nuovo anno accademico, la città continua a mostrare eccellenze all’interno di mostre, più o meno nuove o più o meno interessanti. Oggi volevo parlarvi della mostra ai Magazzini del Sale 3 degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, dal titolo 23 WATT. Il titolo è molto indicativo di ciò che ci attenderà: i 23 watt sono esattamente la quantità di potenza elettrica che il nostro cervello adopera normalmente per le sue funzioni naturali. È proprio a partire da questo pensiero che vengono proposte tredici opere all’interno degli spazi che ho il piacere di visitare insieme ad altri colleghi.
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Davide Barbini, Monade, 2023
Le opere potrebbero essere inserite nel ramo delle nuove tecnologie, per quanto questo nome così usato e così abusato, oggi come oggi trova poco contesto, considerando che ogni giorno abbiamo una qualche nuova scoperta tecnologica. Ma come ben sappiamo per natura dobbiamo contestualizzare e nominare ogni cosa, quindi mi limiterò a dire: nuove tecnologie. Le opere si dividono in vari media: computer grafica, videografica, gaming, fotografia e realtà virtuale. Un passaggio interessante di questi lavori è che ognuno ha una funzione nello spazio e il tutto alla fine della visita ha un’armonia quasi zen. Le opere in mostra, ci tengo a sottolinearlo, sono state realizzate durante il percorso formativo o sono elaborati di tesi basati sulle tante declinazioni odierne delle nuove tecnologie, e sul loro esser in grado di intercettare ed esprimere un nuovo sentire generazionale.
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Wu Han, A Life, 2022
L’intero progetto è qualcosa di condiviso tra docenti e studenti che sfocia in questa esposizione così interessante. Mi ritrovo a sorridere quando vedo la prima opera in mostra dal titolo: This Person Does Not Exist, di Matilde Bresaola, Li Zhiwei, Marco Luciani, Francesco Masetto e Irma Zorzi che hanno creato una figura che non esiste. Sofia è così ben orchestrata come opera che mi ha ricordato quanto nell’arte e nella sua storia, il plagio o la spudorata scopiazzatura è un elemento identificativo di ogni tempo e periodo. Sorrido per quanta genialità ci sia nel raccontare con la menzogna il tempo, un atto creativo che grazie alle IA prenderà sempre più piede e mi soffermo a riflettere su quanto questo nuovo strumento sia al centro di dibattiti riguardanti le interazioni tra le IA e l’uomo.
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Giulia Gaffo, Giardino del Futuro, 2022
Mi sono soffermato (e complimentato) a vedere quanto si possa dare in opere come quelle di Tommaso Andrich, Giuliano Vaccai e Giulia Gaffo che nonostante utilizzino tecnologie differenti si muovono con un lessico simile per sottolineare in maniera velata una forma di poesia non scontata. Un’altra opera che mi ha sorpreso è di Davide Barbininon solo per la semplicità di resa ma anche per una profondità filosofica e intellettuale notevole. Visitare la mostra di questi studenti è stato qualcosa di unico, non solo per la capacità che hanno avuto di raccontare il nostro tempo con così tanti dettagli e verità, ma hanno dimostrato una resa artistica notevole, tutti. La collettiva 23 WATT la trovate a Venezia, presso i Magazzini del Sale 3, e sarà visibile dal 16 giugno al 29 luglio 2023, vi consiglio di non perdervela.
Francesco Liggieri
Info:
AA.VV., 23 WATT
16/06/2023 – 29/07/2023
Magazzini del Sale 3
Venezia
![Francesco Liggieri](https://www.juliet-artmagazine.com/wp-content/uploads/2021/11/Francesco-Liggieri.jpg)
Artista e curatore indipendente. Fondatore di No Title Gallery nel 2011. Osservo, studio, faccio domande, mi informo e vivo nell’arte contemporanea, vero e proprio stimolo per le mie ricerche.
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