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Alexandra Sukhareva. Take Off The Mask, Take Off T...

Alexandra Sukhareva. Take Off The Mask, Take Off The Hat

Alexandra Sukhareva (Mosca, 1983) è un’artista visiva conosciuta per le sue opere orientate al processo. La sua pratica spazia dalla documentazione ai dipinti, passando per esperimenti chimici e sculture. Alexandra esplora principalmente il linguaggio dei processi chimici. Ad esempio, la serie di tele al cloro si basa sul processo di combustione, mentre la luce viene intesa non solo come un agente onnipresente legato alla vita, ma anche come mezzo di distruzione.  Ha partecipato a mostre come dOCUMENTA(13) – Kassel (2012), “Time, Forward”, V-A-C, Palazzo Zattere, Venezia (2019) e Gwangju Biennale (2021). Di recente ha aperto un duo show con Denis Koshkarev presso APALAZZOGALLERY a Brescia, Italia.

Alexandra Sukhareva & Denis Koshkarev, Take Off The Mask, Take Off The Hat, APALAZZOGALLERY, 2023, photo by Melania Dalle Grave, DSL Studio. Courtesy the Artist and APALAZZOGALLERY

Matteo Giovanelli: Cominciamo dall’inizio, come è entrata l’arte nella tua vita e come hai iniziato come artista?
Alexandra Sukhareva: Solitamente ricordo la storia della mia famiglia, il fatto che i miei genitori frequentassero amici artisti. Ma poi mi rendo conto che ho deciso di essere un’artista quando avevo circa ventuno anni. Mi ero appena laureata come designer di mobili e ho capito che non avevo nulla a che fare con quello. Inoltre, pensavo di voler diventare una pittrice dato che avevo preso lezioni continuative fin da quando avevo sette anni. Ma credo di non essere riuscita ad avere successo nemmeno come pittrice. Penso che le mie tele al cloro non siano considerate dipinti nel senso tradizionale della parola, ma che piuttosto emergano da questo fallimento.

Come descriveresti quindi la tua pratica?
Non ho mai provato a fare una comparazione, ma per quanto riguarda le tele al cloro, potrebbero essere campioni di un senso specifico della luce. Direi che sono cose bruciate tra le altre cose bruciate che ci circondano. Peraltro, l’uso del cloro non fa che accelerare il processo di questa combustione di routine. A quanto pare poi, la luce mi interessava anche prima di queste tele. Le opere in cui ho lavorato con l’amalgama d’argento erano sensibili alla luce del giorno. La maggior parte di esse sbiadiva fino a scomparire in presenza della luce diurna.

Alexandra Sukhareva & Denis Koshkarev, Take Off The Mask, Take Off The Hat, APALAZZOGALLERY, 2023, photo by Melania Dalle Grave, DSL Studio. Courtesy the Artist and APALAZZOGALLERY

Chiaro, la luce è una presenza costante nella vita. Dà forma a tutto e dà vita a ciò che vediamo.
Sì, è evidente a tutti come la luce faccia crescere l’erba da sotto terra. Per me la luce è piuttosto un significante del desiderio, se si considera la complicata storia delle relazioni umane con il desiderio.

La luce è un’energia che riceviamo dal primo respiro, ma è anche qualcosa che ci consuma. Rovina la materia e agisce su di noi con il passare del tempo. Come descriveresti il rapporto tra luce e tempo nel tuo lavoro?
In fisica ci sono alcune posizioni che descrivono il tempo come materia e io aggiungerei che anche la luce è materia. Tornando quindi alle opere, esse portano anche l’impronta dell’assurdo, sono esempi di come la materia possa evocare e alterare la materia stessa, di come questa acceleri e si consumi. Il processo è affascinante, ma anche estenuante. Poiché tende a essere totale, si possono osservare cose simili a livello organico e inorganico.

Alexandra Sukhareva, Untitled, 2015, Glass, silver, acrylic and metal, Diameter: 40 cm,  courtesy the Artist and APALAZZOGALLERY

Credo che questa idea sia qualcosa che hai sempre proposto fin dall’inizio della tua attività e sembra rimanere la tua firma personale. Tuttavia, in una delle nostre recenti conversazioni, hai anche detto che con la nuova mostra presso APALAZZOGALLERY qualcosa è cambiato. Potresti raccontarci di questo cambiamento? 
Probabilmente prima realizzavo le tele in modo più intuitivo. Guardando avanti, direi che non posso più fare affidamento sull’intuizione. Ricordo di avere iniziato a capire chiaramente quali idee mi portasse la luce durante l’estate del 2012, mentre realizzavo una delle mie prime opere al cloro. In quel momento ho visto come essa potesse essere una metafora dell’assurdità onnipresente.  Mi trovavo a girovagare intorno al Centro Culturale ZIL di Mosca, mentre era in fase di ristrutturazione. C’erano colline con mucchi di mattoni e nelle vicinanze c’era un monastero fatto saltare in aria. Mi sono resa conto di trovarmi in un ambiente senza via d’uscita, immersa in cicli senza senso di ristrutturazioni infinite. Le mie prime tele non rappresentavano altro se non un tentativo di rappresentare un pensiero come oggetto. In quegli sforzi c’era uno spazio per la gioia, come dovrebbe essere. C’era un processo di riconoscimento o evocazione dell’immagine dietro le mie prime opere. Ed è per questo che il risultato assomigliava piuttosto a dei resti, come tracce archeologiche sparse sul lino antico.

Alexandra Sukhareva, Untitled, 2022, chlorine on raw canvas, 150 x 200 cm, courtesy the Artist and APALAZZOGALLERY

E adesso?
Adesso tutto è più nitido. Credo di avere la tendenza a “parlare” in modo più breve e chiaro, o almeno a lavorare più velocemente. Perché, si sa, quando si lavora per evocare un’immagine, anche ben conosciuta, difficilmente si può evitare la sensazione di un tempo dilatato. Ora invece impiego 30 minuti, anche meno. E ho abbandonato il “tracciare” a favore della “chiarezza” del segno.

Quindi potremmo dire che hai iniziato con le astrazioni fino ad arrivare a dipinti più nitidi e figurativi come la casa, la forma della finestra o ulteriori forme rappresentative nella mostra APALAZZOGALLERY?
Cosa è cambiato con questo nuovo corpus di opere? La logica. Le parti delle composizioni e persino le fasi di un processo tendevano a essere collegate e fluide. Oggi sono molto più interessata alla differenza intrinseca. Cerco di essere concentrata… Probabilmente, oggi se dovessi scegliere tra bellezza e differenza, sceglierei l’ultima.

Alexandra Sukhareva & Denis Koshkarev, Take Off The Mask, Take Off The Hat, APALAZZOGALLERY, 2023, photo by Melania Dalle Grave, DSL Studio. Courtesy the Artist and APALAZZOGALLERY

Dopo questo grande cambiamento di prospettiva, quale consideri il tuo più grande risultato artistico?
Ho iniziato ad apprezzare il fatto di rimanere nel presente.

A questo punto salterò la domanda sui nuovi progetti, ma vorrei concludere l’intervista chiedendoti qual è la tua idea di futuro?
Potrei occuparmi di un futuro discutibile come “alchimista” (molti di noi lo sono), ma come artista vorrei occuparmi solo del presente. Credo di essere interessata a qualcosa che non può essere individuato con la logica della lungimiranza.

Matteo Giovanelli

Info:

Alexandra Sukhareva & Denis Koshkarev. Take Off the Mask, Take Off the Hat
24/05/2023 – 2/09/2023
APALAZZOGALLERY
Piazza Tebaldo Brusato, 35 – 25121 Brescia
www.apalazzo.net


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