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Hito Steyerl. The City of Broken Windows

Hito Steyerl. The City of Broken Windows

Una delle opere più affascinanti della 58esima edizione della Biennale di Venezia è This is the future (2019), in cui Hito Steyerl in propone un meraviglioso giardino nascosto nel futuro, i cui fiori digitali, che gemmano, sbocciano e appassiscono senza mai esistere davvero, si interrogano sul ruolo che l’intelligenza artificiale avrà nelle nostre vite. L’artista tedesca, nata nel 1966 a Monaco di Baviera, incentra la sua poetica su esperimenti visionari e stranianti che assumono la forma della video installazione, del documentario-saggio e della conferenza performativa. Attenta osservatrice di sé stessa e del mondo, con la sua opera indaga come la circolazione delle immagini nell’era della disseminazione digitale e delle nuove tecnologie condiziona la costruzione della nostra soggettività globalizzata, facendo emergere gravi tensioni sociali e politiche, inedite nella storia umana precedente. L’artista lavora con le nuove tecnologie, generalmente percepite dai non esperti come algoritmi misteriosi e quasi magici, per comprenderne il significato e l’incidenza nella realtà quotidiana attraverso raffinate combinazioni di elementi fittizi creati ad arte e di passaggi più specificatamente documentaristici. Sin dall’inizio concentra le sue ricerche sull’individuazione dei processi di traslazione delle immagini tra diversi ambiti e territori, immaginando la circolazione digitale come un flusso di liquido che attraversa diversi stati di transizione, in riferimento al quale conia la fortunata definizione poor images che allude allo statuto delle immagini impoverite dalla trasmissione tra diversi formati di file fino a diventare astrazioni poco individuabili.

Fino al 1 settembre al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sarà visitabile la spettacolare installazione The City of Broken Windows, presentata in anteprima in questa sede lo scorso novembre, che riflette sul futuro dell’intelligenza artificiale e sulla frammentazione delle informazioni e delle immagini veicolate dai media contemporanei. Il progetto nasce da un video documentario (Broken Windows, 2018) realizzato da Hito Steyerl in uno dei più avanzati centri di ricerca che insegnano all’AI a riconoscere il suono delle finestre che si infrangono per utilizzare questo algoritmo nella produzione di dispositivi domestici di sicurezza e di allarme. In un grande hangar per veicoli aerei costruito durante la seconda guerra mondiale a Cambridge in Inghilterra, una squadra di ingegneri e ricercatori rompono instancabilmente vetri di finestre per migliorare la sensibilità dell’intelligenza artificiale attraverso un sofisticato inventario di suoni. Nel loro insieme i suoni dei vetri infranti possono essere considerati alla stregua di un nuovo linguaggio, criptico e sfuggente, in cui il confine tra la regolazione dell’automazione e l’automazione della regolazione sfuma fino a rendere i due aspetti indistinguibili.

Nello spazio risuona a intervalli irregolari un’inquietante melodia di frantumi e riverberi che l’orecchio umano non riesce a classificare con certezza, mentre una linea di testo a parete forma un labirintico apparato narrativo composto dalla condensazione di diverse fonti, come dichiarazioni tratte dalle interviste ai ricercatori che si occupano di ingegneria digitale, brani estrapolati da “Il racconto della finestra rotta” utilizzato da Frédéric Bastiat in un celebre saggio di economia e frasi disconnesse generate da una rielaborazione scorretta di informazioni da parte dell’AI. Le parole, alternativamente collocate a grandi lettere sulle pareti dello spazio espositivo e sui vetri delle finestre che ne interrompono la continuità, instaurano un lapidario dialogo concettuale e simbolico con il bianco dell’intonaco e con il paesaggio piemontese che si scorge in trasparenza.

In posizione complementare a Broken Windows si colloca al lato opposto della sala il video Unbroken Windows (2018) che racconta il lavoro dell’artista attivista Chris Toepfer, impegnato tramite la sua associazione “The Neighborhood Foundation” a combattere il degrado urbano e architettonico nelle periferie più disagiate di Chicago dipingendo finestre adorne di fiori sulle pareti esterne di edifici fatiscenti in cui tutte le aperture si trovano murate per impedirne l’accesso. Il progetto di Steyerl, che crea un’ambientazione sorprendentemente armonica pur essendo incentrato sull’enfatizzazione del dubbio e dei risvolti esistenziali di diversi sistemi di pensiero, offre un contributo cruciale sul ruolo dell’immaginario digitale nel plasmare le emozioni e l’esperienza del reale.

Info:

Hito Steyerl. The City of Broken Windows/ La città delle finestre rotte
a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio
1 novembre 2018 – 1 settembre 2019
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino

Hito Steyerl. The City of Broken Windows

Hito Steyerl. The City of Broken Windows
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli – Torino
vedute della mostra, 2018 Foto Antonio Maniscalco


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