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Il classicismo pop-contemporaneo in Istantanee di ...

Il classicismo pop-contemporaneo in Istantanee di Ettore Tripodi

C’è chi parte e c’è chi resta.  Ma dove è diretto chi parte? E dove va la mente di chi resta mentre gli altri non guardano?  Queste e altre domande mi sono balzate agli occhi quando ho visto per la prima volta i lavori di Ettore Tripodi, così densi di citazioni attraverso i secoli, così stratificati sulla carta leggera – quasi trasparente – nonostante un tratto a china apparentemente semplice, in realtà, preciso ed evocativo al tempo stesso. I suoi disegni si aprono nei corridoi della mente come piccole finestre su momenti di trascurabile felicità, Istantanee, appunto, a loro volta abitate da infiniti mondi. Ogni singolo dettaglio, come una coperta, un gesto, un arazzo a parete, un intreccio di gambe, diventa una porta socchiusa su un universo parallelo, una citazione che sarà ripresa più avanti, in un’altra tavola, in un’altra storia.

Ettore Tripodi, “Istantanee”, 2024, installation view at OPR Gallery, courtesy OPR Gallery Milano

Nella serie dedicata a Claire, si ha la sensazione di guardare un lunghissimo piano sequenza, uno spaccato di vita vissuta, che restituisce un racconto intimo per lo più domestico – perché è lecito e auspicabile definire “casa” le proprie persone – eppure ogni tavola custodisce infiniti spunti vagheggiati dall’artista che poi saranno ripresi altrove e cambieranno i finali. C’è sempre un’azione che si svolge, anche l’attesa diventa azione, anche il riposo lo è, e tutt’intorno tanti altri attimi sospesi: decine e decine di fotogrammi rubati da un “altro qui e ora”. Ma la narrazione scorre fluida, con un lirismo armonioso e impalpabile, leggero come una danza. Come se per tutta la vita, fin qui, Tripodi non avesse fatto altro che narrare storie.

Ettore Tripodi, “Danza”, 2023, tempera su tavola, 35×30 cm, courtesy OPR Gallery Milano

Una pace disarmante popola ciascuno di questi preziosissimi racconti per immagine, una pace che richiama le figure allungate nelle terrecotte di Arturo Martini. Anche quando, distrattamente, si tenta di rappresentare il traffico, nelle mani di Tripodi, questo si scioglie allo stato liquido e diventa un fossato appena fuori dalle alte mura della città, fortificata come una moderna “Medina”. La citazione all’Oriente, poi, diventa ancor più concreta grazie alla trasposizione di alcuni disegni sugli arazzi in tessuto jacquard: il risultato è un intreccio perfetto di cromie, che catturano immediatamente lo sguardo senza, però, rubare la scena al resto. All’interno di essi tutti i piccoli particolari damascati, ancora una volta, si inseriscono silenziosi nelle pieghe della narrazione, chiarendo inequivocabilmente lo spessore intellettuale dell’artista. Nella stessa stanza, infatti, sottovoce reclamano spazio le piccole tele dalla pittura “argillosa”, in cui i riferimenti ai Nudi di Matisse e a Le grandi bagnanti di Cezanne, interagiscono con il “futurismo romantico”, come l’artista stesso ha definito la sua fascinazione per la velocità e il movimento.

Ettore Tripodi, “Istantanee”, 2024, installation view at OPR Gallery, courtesy OPR Gallery Milano

Tripodi guarda inoltre alla sospensione ieratica dei ritratti di Carrà e ai giochi di sguardi compiacenti dei dipinti di Donghi. Una siesta in spiaggia, popolata da figure pigre e immobili che rivolgono “lo sguardo in macchina” in qualche assolato pomeriggio d’agosto isolano, ricorda persino Le déjeuner sur l’herbe di Manet. Tripodi è foriero della fiamma ardente del classicismo, la sua non è un’appropriazione indebita, è piuttosto una precisa volontà di condurre delicatamente per mano, attraverso le epoche, questa tradizione millenaria, riattualizzandola su carta giapponese con il leggero tratto a china; un tratto mai incerto, ma sempre estremamente preciso negli intenti, anche «per restituire proprio l’immagine dei grandi neon delle insegne nella nebbia», come ha dichiarato, sornione, Ettore Tripodi. La mostra chiude in grande stile con il finissage da OPR Gallery nella serata di venerdì 3 maggio. Ancora pochissimi istanti, dunque, per sollevare in punta di piedi il drappo rosso su questa piccola camera delle meraviglie.

Giulia Russo

Info:

ISTANTANEE. Ettore Tripodi
29/02 – 03/05/2024
OPR Gallery
Viale Corsica 99, 20133 Milano
https://oprgallery.it/


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