Noi, Umani. Fra arte e AI a Londra

Al Barbican Centre di Londra, fino al 26 agosto, ci si interrogherà su cosa significhi essere umani oggi, in un momento storico nel quale la tecnologia avanza verso frontiere sempre più vaste. Ciò avverrà grazie alla mostra-evento “AI: More than Human”, nella quale non sono coinvolti solo artisti e curatori, ma anche partner tecnici come IBM, Google Arts&Culture e Sony.

Si tratta di una tendenza in costante evoluzione in quanto, fino a poco tempo prima, le mostre nelle quali arte e scienza si intrecciavano erano riservate non alle gallerie più importanti, ma a circuiti di nicchia come il festival Ars Electronica di Linz, in Austria. Sono indubbiamente tematiche che vanno di moda, una moda che anche il panorama delle istituzioni dell’arte contemporanea ha iniziato a seguire.

Sviluppata in quattro aree, in “AI: More than Human” è presente anche una sezione storica, che crea un percorso dal passato fino ai giorni nostri, per dimostrare il fatto che tali innovazioni e progressi tecnologici non cadono dal cielo, non sono un pacchetto preconfezionato degli Anni Duemila. Per citare un esempio noto a tutti anche grazie al grande schermo, basti ricordare i primi esperimenti con le macchine portati avanti da Alan Turing. L’arte si presenta a Londra sotto le sue più disparate sfaccettature, passando dal design alla musica e all’area fashion.

Le sezioni, che esaminano diversi aspetti dell’Intelligenza Artificiale, sono le seguenti:

  • The Dream of AI, nella quale viene portato alla luce il desiderio umano di riportare in vita gli oggetti inanimati, dall’antichità fino ai giorni nostri, passando attraverso lo Shintoismo e l’alchimia;
  • Mind Machines, sezione che ripercorre l’evoluzione storica dell’AI dai primi ricercatori che hanno cercato di convertire il pensiero razionale in un codice, alla creazione della prima rete neurale negli Anni Quaranta;
  • Data Worlds, invece, rende chiaro il ruolo attivo e commerciale che l’Intelligenza artificiale ricopre all’interno della società contemporanea, un ruolo che modifica le nostre esistenze;
  • Endless Evolution rappresenta infine la sezione che guarda più al futuro, prevedendo la creazione di una sorta di nuova specie e focalizzando così l’attenzione su come le leggi artificiali possano adattarsi a quelle naturali.

È importante inoltre ricordare come gli artisti ormai siano infatti veri e propri creatori di nuovi media, che vengono alla luce anche grazie all’ispirazione tratta da tecnologie presenti nel nostro quotidiano, come Google Street View.

Non solo la società quindi, ma anche chi ne è parte integrante come gli artisti, non possono più prescindere dai fondamentali e radicali cambiamenti che le nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale stanno apportando al nostro quotidiano.

In mia opinione assume una rilevanza emblematica l’opera Co(AI)xistence dell’artista Justine Emard. Il video di quest’installazione fa immergere il fruitore in uno spazio-altro, una dimensione alternativa: si resta infatti senza parole nell’osservare lo stupore dipinto sul volto dell’alter-ego artificiale nell’osservare la danza di luci eseguita dall’attore e ballerino giapponese Mirai Moriyama, uno stupore reale e umano simile a quello di un bambino di fronte ad una realtà che assapora per la prima volta nella sua vita.

Diego Drago

Info:

AI: More than Human
16 May — 26 Aug 2019
Barbican Centre
Silk Street, London

AI: More than Human

For all the images: AI: More than Human, installation view at Barbican Centre, London


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