READING

Perturbazione: l’installazione di Daniela Co...

Perturbazione: l’installazione di Daniela Comani alla Fondazione La Rocca

Perturbazione è il progetto curato da Francesca Guerisoli, che inaugura la sua direzione artistica presso la Fondazione La Rocca (Pescara). L’artista Daniela Comani, per la sua prima personale in Abruzzo, ha realizzato l’opera site specific della sala iniziale, che dà il titolo a tutta la mostra.

Daniela Comani, Perturbazione, 2023. Ph Paolo Dell’Elce, courtesy l’artista e Fondazione La Rocca

I due grandi spazi che la costituiscono sono evidenziati da due colorazioni principali opposte, il bianco e il nero, accentuando il passaggio tra l’uno e l’altro, senza che la connessione testo-immagine venga meno. Troviamo, infatti, fin da subito chiaro che questo binomio è l’elemento portante dell’estetica di Comani, che si evince nel display essenziale e forte dei lavori esposti, e quello del progetto espositivo, in cui fa emergere il concetto di una crisi profonda.

Daniela Comani, The Beginning The End / L’inizio La fine, 2014-2020, installation view. Ph Paolo Dell’Elce, courtesy l’artista e Fondazione La Rocca

Entrando nel percorso, la parte che probabilmente cattura di più il nostro sguardo è il pavimento, su cui camminiamo poco dopo l’ingresso. Perturbazione / Disturbance si compone di un tappeto nero, che il visitatore calpesta, e di una sequenza di dodici testi, che troviamo anche nell’omonimo libro d’artista, incluso nell’installazione. Lo strato scuro che vediamo sul pavimento è in realtà uno screenshot, scattato durante il caricamento dell’immagine di una mappa topografica in 3D, e ingrandito ad hoc per adattarsi ai 130 mq della stanza. Osservando le linee direttrici della griglia non capiamo dove ci portino, l’itinerario che formano i segmenti e i tratteggi bianchi è in realtà il frutto di una disposizione casuale, che conduce l’occhio allo straniamento.

Daniela Comani, Perturbazione, 2023 (dettaglio). Ph Paolo Dell’Elce, courtesy l’artista e Fondazione La Rocca

Il disturbo prosegue appena ci accostiamo alle previsioni meteo, rese sotto forma di stampe incorniciate disposte una accanto all’altra, che l’artista ha estrapolato da bollettini meteorologici reali. L’immagine catastrofica si delinea gradualmente, in un crescendo cromatico dello sfondo, che va dal bianco (sereno) al nero completo (oscuramento), che di fatto ci impedisce di leggere il testo stesso. Comani si appropria di questi brevi periodi descrittivi rendendoli scenari che descrivono una tensione alla decadenza, e li sottopone al pubblico, sfruttando le singole percezioni per condurci attraverso un tunnel in cui precipitiamo dalla piena luce al buio totale.

Daniela Comani, Le novità editoriali a cura di Daniela Comani, 2007-in corso, installation view. Ph Paolo Dell’Elce, courtesy l’artista e Fondazione La Rocca

All’inverso, passiamo dall’ombra alla luce quando entriamo nella seconda sala della mostra, un white cube in cui il connubio iniziale si conferma assoluto protagonista. Nel corridoio di sinistra troneggia L’inizio La fine (2014-2020), un’installazione a parete che comprende un dittico e una stampa in tre parti, l’uno di fronte all’altra. La raccolta di citazioni prese da 212 romanzi, rispettivamente una dall’inizio e una dalla fine, si concretizza poi nell’opera finale. Mentre nella stampa sono riportate tutte come figurine singole, il dittico è la sommatoria simmetrica della loro fusione, un racconto in cui i due opposti si incontrano a metà strada, in una collisione distopica. L’appropriazione, in questo caso, consiste non solo nella mescolanza delle frasi archiviate dall’artista, ma anche nella modifica occasionale del genere o del nome dei personaggi, trasformandoli in prima persona femminile.

Daniela Comani, Fine, 2007-2008, installation view. Ph Paolo Dell’Elce, courtesy l’artista e Fondazione La Rocca

In Novità editoriali a cura di Daniela Comani (2007-in corso) l’artista applica questa manipolazione anche ai titoli dei romanzi classici che possiede, e diventano una serie che in Orlando’s Library assume nella nicchia della parete le sembianze di una vera biblioteca personale, tra cui scegliere la nostra prossima lettura. Mentre cerchiamo di capire lo spostamento ironico generato da questo pattern, voltandoci a destra leggiamo chiaramente la parola FINE. Si tratta dell’ultima pagina del romanzo La coscienza di Zeno (Italo Svevo, 1923), ingrandita e incorniciata, in cui l’autore lancia una previsione apocalittica. Fine (2007-2008) racchiude l’ultimo atto di un tragitto che ci fa interrogare con un po’ di amarezza sul destino, sull’individuo e il suo impatto socio-ambientale, nel solco onnipresente di una delle massime espressioni del mondo occidentale: il linguaggio.

Cecilia Buccioni

Info:

Daniela Comani. Perturbazione
a cura di Francesca Guerisoli
19/11/2023 – 10/02/2024
Fondazione La Rocca – Via Paolucci 71, Pescara
larocca.foundation


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.