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Scorticare la pelle delle cose: il mondo come memb...

Scorticare la pelle delle cose: il mondo come membrana nelle opere di Oliviero Biagetti

La ricerca artistica di Oliviero Biagetti (Roma, 1994) si può considerare come una continua ed eterogenea pratica di porosità: una riflessione complessa volta a configurare attraverso la pittura, il disegno e l’installazione, perturbanti scenari estetici che di volta in volta ridefiniscono il senso di ciò che comunemente è considerata “la realtà”. Nei confronti di quest’ultima Biagetti opera un duplice affondo, rivelandone la superficie artificiosa e, allo stesso tempo, rinegoziando in profondità i suoi limiti all’insegna di una sensibilità organica tramite la quale essa diventa Corpo senza perimetro, territorio pluricellulare e complesso che si svincola dal quieto codice domestico, mentre ri-appare come un’anticamera di ipotesi possibili.

Si tratta di uno sguardo mosso da una sottile – e persistente – coscienza dello sfaldamento, in cui ogni superficie diventa materia vibrante e ogni confine ‘debole’ membrana. La plasticità della realtà estetica di Biagetti si rifrange nella fluidità di questi interstizi, vere e proprie linee di faglia in cui si materializza l’altra grande urgenza che muove la ricerca dell’artista: l’attualizzazione di un’inedita convivenza con l’Alterità. A questo modo il sostare nella zona di penombra in cui la realtà-Corpo diventa una morfologia indefinita e mutevole, e dove l’incontro con il mostruoso sconosciuto è sia il paradossale tassello di questo mosaico sia la sua matrice estetica. È proprio l’innesco di questo cruciale contatto – l’istante in cui emerge la riconfigurazione organica di una realtà ormai sfaldata – che lega le diverse opere esposte alla Candy Snake Gallery di Milano in occasione della mostra Sense Of Wonder, in cui lo sguardo di Biagetti si confronta con le visioni di Aronne Pleuteri e Margherita Mezzetti.

Come delle interfacce intente a rivelare un possibile extra-ordinario, le immagini pittoriche dell’artista piegano la superficie delle pareti: si insinuano nella pelle sempre uguale dell’intonaco mentre inscenano una realtà altra dove la pelle dei corpi vibra organicamente in un ritmo turbolento. Osservando Dulcis in fundo (2021) è proprio un’interfaccia – quella di uno smartphone – ad essere toccata da una delle tante mani di un corpo sconosciuto in cui sembra cristallizzarsi, per un istante, lo stadio formale di un più ampio processo di metamorfosi. È come se in questa densità pittorica la vita e il movimento della curiosa entità si legassero intimamente alla sua morfologia quasi magmatica, viscosa, che lentamente contamina quell’altra morfologia vanamente inalterata del quotidiano. Ben evidenti infatti sono anche un coltello, la base di un’altra posata e il fondo di un bicchiere: elementi essenziali a definire la topografia domestica di un tavolo, e che tuttavia diventano ora tracce di una realtà fantasmagorica e straniante. Un filamento del corpo altero fuoriesce dallo spazio pittorico, escludendo ogni pretesa di rintracciarne la matrice: rimane l’evidenza del suo innesto nello scenario quotidiano, ed è proprio attraverso questa insistenza sul contatto tra diverse dimensioni – il domestico e lo sconosciuto – che Biagetti  si confronta con il concetto di ‘mostro’ mantenendosi sulla dimensione estetica del sensibile – con le sue pieghe e i suoi attriti – piuttosto che formalizzarlo in una pratica esclusivamente rappresentativa. Svincolandosi da un codice iconico definito, e considerando anche le problematiche connesse alla rappresentazione del mostro come ciò che eccede l’ordine costituito, l’alterità mostruosa diventa al contrario un potenziale di significazione della realtà: il corpo dialettico della sua costante riconfigurazione segnica, fisica e concettuale.

Il carattere espanso di questa nuova mostruosità si esprime a pieno in Commozione Verde (2022), dove un liquido color verde fluorescente invade la webcam e la tastiera di un laptop allo stesso modo di una secrezione che, per necessità, eccede dall’organismo che l’ha generata. Di nuovo la realtà si piega in una perturbante fessura, in cui l’alterità si manifesta non più come corpo solido ma indefinito, bensì come una sostanza di cui si intuisce l’avanzamento lento e inesorabile: un progredire che si manifesta interamente nel contatto con la superficie del dispositivo tecnologico, costruendo anche in questo caso la topografia fantasmagorica di un’oggetto interiorizzato. La tastiera e la webcam – protesi di proiezione di un individuo nella virtualità del mondo – diventano silenziose e vive come scenari in cui si fa strada la pulsazione del possibile, mentre l’interfaccia rimane spenta, come in Dulcis in fundo, proiettando il suo vuoto nel mistero dell’interfaccia pittorica. Un vuoto, questo, che è pura potenzialità: la condizione che prelude alla porosità del contatto organico in cui lo sguardo si rinnova e si amplifica.

Biagetti opera una somatizzazione critica del quotidiano – ripresa dall’immaginario Sci-Fi del film Videodrome (1983) di David Cronenberg – mettendo in scena la porosità di ogni perimetro, catturato in una dinamica di sfaldamento e ricostruzione, fino a mettere in questione il margine delle stesse tele: immagini che si costruiscono lentamente come territori di sconfinamento, finendo come per proiettarsi naturalmente al di fuori di sé stesse. Nella scultura More than a feeling (2022) si materializza infine tutta la fisicità dello sguardo di Biagetti. Dalle tele allo spazio fisico della galleria: l’artista inscena il cruciale sconfinamento tra la pelle della realtà è quella dell’opera, lasciando sospesa quella condizione di perturbante confusione, l’indefinibilità dei confini, la curiosità di un nuovo sguardo tattile in cui silenziosamente prende forma la necessità di una convivenza con ciò che, solo apparentemente, risulta sconosciuto.

Info:

Oliviero Biagetti, Margherita Mezzetti, Aronne Pleuteri. Sense of wonder
26/05/2022 – 26/07/2022
Candy Snake Gallery
Via Luigi Porro Lambertenghi 6, Milano
https://www.candysnakegallery.com/

Oliviero Biagetti, Dulcis in fundo, 2021, olio su tela, 70 x 80 cm, ph: Tiziano Ercoli, courtesy l’artista e Candy Snake Gallery

Oliviero Biagetti, More than a feeling, 2022, poliuretano, ferro, DAS, plastica, lattice, colori acrilici, 130 x 40 x 90 cm, ph: Tiziano Ercoli, courtesy l’artista e Candy Snake Gallery

Cover image: Oliviero Biagetti, Dulcis in fundo (dettaglio), 2021, olio su tela, 70 x 80 cm, ph: Ivana Sfredda, courtesy l’artista e Candy Snake Gallery


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