Zhanna Kadyrova. Anxiety

Quando la paura porta il silenzio, l’ansia è un rombo di tuono. Quando il sogno sembra irreale, la veglia spara nella luce. Quando la libertà viene celata, la parola rende gloria all’anima. Quando l’arte è presentazione, quando l’arte è denuncia, quando l’arte è sopravvivenza, è arma, è fiore, è speranza, rinascita, усміхнеться доля (il destino sorriderà).

Zhanna Kadyrova, “Anxiety”, exhibition view, Galleria Continua San Gimignano, 2024, courtesy the artist and Galleria Continua, © photo Ela Bialkowska OKNO studio

È sempre esistita la relazione tra arte e guerra, tra depredazioni e distruzioni, tra rappresentazioni e rappresaglie, ma creare arte dalla guerra è cosa poco nota. Zhanna Kadyrova – artista ucraina nata nel 1981 – è la messaggera di un’estetica dolorosa, di un’arte che parla del presente, che presenta e non rappresenta, così com’è, senza interpretazioni o allusioni, nuda e totalmente cruda. Interrogarsi sul ruolo che ha l’arte in un conflitto è movimento che sovrasta la staticità, l’agire in maniera differente, senza difese, ma con tanto coraggio. Macchine belliche contro oggetti quotidiani, pacifismo contro brutalità. La salvezza nel fuggire non fa dimenticare, la resistenza nel ricostruire non fa abbandonare. Kadyrova desta la sua sensibilità artistica nei confronti della sua martoriata terra natia già dai primi conflitti post sovietici, in cui cultura, ricordo e tradizione erano filtri condivisibili con altri. Ma è dall’invasione del Regime Russo del 24 febbraio 2022 che l’artista sceglie di veicolare un messaggio più diretto: il fuoco delle battaglie non prevaricherà sulla libertà. Come una staffetta, porta il suo messaggio con ardore, con il sorriso amaro di chi vive in quell’Ucraina macellata, andando e tornando, per mostrare e sentire la realtà.

Zhanna Kadyrova, “Shot”, ceramic, plaster, particle board, glue, 100 x 100 cm, 2010, courtesy the artist and Galleria Continua, ph Duccio Benvenuti Art Store

Galleria Continua a San Gimignano le lascia il proprio spazio in Piazza della Cisterna per una mostra personale – toccante – dal titolo ANXIETY. Un numero minimo di opere esposte, tematiche dall’aspetto differente, ma che, invero, si uniscono sotto lo stesso movimento resiliente. Ceramica perforata, asfalto scheggiato, adesivi, parole ricamate, pietra levigata: ready-made d’oggetti presi e dichiarati come arte, leciti nella loro conformazione, affermativi e trasparenti secondo l’insegnamento duchampiano. Shots è una serie di lavori di piastrelle quadrate e rotonde monocromatiche bianche e nere, crepate nella loro sottigliezza da colpi di kalashnikov: sono questi i rivestimenti dei palazzi di epoca sovietica delle città “colonizzate” ucraine, alcuni recuperati così come sono stati “feriti” dalle armi russe, altri realizzati dai colpi dell’artista stessa. Data Extraction è un pezzo di asfalto, tagliato e preso per le strade bombardate vicino Kiev. In esso un cratere si allarga a raggiera lasciando un vuoto nel silenzio straziante di chi non è sopravvissuto, il cui sottotitolo di ogni opera in serie rappresenta le coordinate esatte della sua estrazione e conservazione memoriale.

Zhanna Kadyrova, “Anxiety”, hand embroidery with hand-made and machine embroidered text, 40×30,1×1,1 cm, 2022, courtesy the artist and Galleria Continua, © photo Ela Bialkowska OKNO studio

E se la crudeltà del luogo viene portata fuori, con gli adesivi Russian Rocket Project l’idea di invasione arriva anche dove chi la guerra la vede da posti sicuri. Anxiety è una serie di opere dai colori più vivi: sono immagini ricamate di paesaggi rurali, di cosacchi campestri, di animali, su cui Kadyrova aggiunge le parole повітряна тривога (allarme antiaereo). Qui la sensazione di sconforto e pericolo rimbomba dalle opere alla sala espositiva, fa riflettere e piangere, un’emozione che si vuole respingere, ma che va accettata e con lotta vinta. Palianytsia non è solo un’opera, ma un concetto. In ucraino significa “pane” e l’artista, come tutto il suo popolo, utilizza tale parola per riconoscere gli amici dai nemici (perché i russi non sono in grado di pronunciarla correttamente). Il pane era, ed è purtroppo, l’unico alimento che chi scappava, chi si rifugiava altrove, poteva trovare e ricevere dalle mani di altri. Un elemento così ricercato quanto sinonimo di sopravvivenza ed esistenza. L’artista ne ricrea l’idea con delle pietre levigate naturalmente dai corsi dei fiumi, che dal colore e conformazione al taglio ne ricordano le fattezze.

Zhanna Kadyrova, “Anxiety”, installation view, Galleria Continua San Gimignano, 2024, courtesy the artist and Galleria Continua, © photo Ela Bialkowska OKNO studio

La determinazione implacabile di Zhanna Kadyrova è dilaniante nel suo amore per la speranza. Il presente dell’arte è il presente della vita nelle sue opere. Il conflitto militare non è finito, il regime non ha vinto, e nemmeno l’arte è finita. Archeologia di oggetti come ricordo contemporaneo, storia di una giustizia che vincerà grazie ai gesti, alla voce e alla scrittura.

Info:

Zhanna Kadyrova. Anxiety
13/04 – 15/09 2024
Galleria Continua
Piazza della Cisterna 26, San Gimignano (SI)
https://www.galleriacontinua.com/


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