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David Hanes approda in Abruzzo da Emerge Project S...

David Hanes approda in Abruzzo da Emerge Project Space

A seguito di una residenza d’artista tenutasi a Pescara, David Hanes (1987, Toronto, Canada) ha inaugurato in marzo, da Emerge Project Space, la mostra “Gardens of Fate”. Non è la prima volta che Hanes si affaccia in Italia: sempre a Pescara, nel 2017, è stato ospitato da Ultrastudio; poi nel 2020, a Brescia, è stato ospite dello Spazio ORR; nel 2022 a Roma, in occasione di una personale condivisa con Richie Culver; per approdare in Toscana, alla Fondazione Villa Lena. “Gardens of Fate” approfondisce gli aspetti fondamentali della mutevole ricerca dell’artista, incentrata sul rapporto tra arte, natura e spiritualità. L’intervista tra Hanes e l’autrice del testo critico, Benedetta Monti, tocca le tematiche principali su cui verte la mostra e la pratica dell’artista.

Gardens of Fate. Courtesy dell’artista David Hanes e di Emerge Project Space. Photo credits di Pierluigi Fabrizio e Giorgio Liddo

Benedetta Monti: “Oggi il paesaggio da coltivare è soprattutto quello mentale”, così dichiarava in un’intervista Gianfranco Baruchello, artista illuminato ed eclettico recentemente scomparso. D’altronde il tuo paesaggio e la tua natura, così figurativi e riconoscibili, sono anche strumenti per riflettere su qualcos’altro: qualcosa di lontano e allo stesso tempo vicino, ma soprattutto spirituale. Le composizioni strutturate a partire da alcuni bozzetti creati en plein air ce lo suggeriscono. Qual è la tua urgenza nel creare?
David Hanes: L’arte è sempre stata il mio legame con il mondo esterno, e la vita ha sempre avuto più senso per me nel momento in cui sta accadendo, perché mi connette al mistero di essere vivo, e questo significa esistere in un mondo che cambia continuamente. E, sebbene mi piaccia questa idea dell’importanza del paesaggio interiore, devo contrastarla con una prospettiva unica, la quale suggerisce che la vera sfida non è solo quella di formare un rapporto sano con il paesaggio interiore, ma anche con quello esterno. Scelgo il soggetto della natura perché mi rendo conto che è il mio più grande maestro nel costruire un rapporto più sano con la realtà, e cerco di ascoltare questa suggestione personale. Quindi la mia pittura – ciò che dipingo in natura – è un tentativo di entrare in contatto con un luogo preciso e di portarlo nella zona intima del mio sentire. Questa è la prospettiva spirituale, una prospettiva che è contemporaneamente lontana e vicina, come la longevità e la mortalità della coscienza. Se impegnarsi nel processo creativo per me è un dono, sentirsi bloccati lo è in egual misura. La mia esperienza di vita è sempre stata abbinata alla creatività, rendendo la mia urgenza di creare una richiesta di vita.

Gardens of Fate. Courtesy dell’artista David Hanes e di Emerge Project Space. Photo credits di Pierluigi Fabrizio e Giorgio Liddo

Quali sono stati per te i momenti salienti di questa residenza? In che modo la città di Pescara ha influenzato la tua produzione?
Anche se il tempo trascorso a Pescara è stato breve, si è rivelato un periodo importante per me, sia in modo impercettibile sia in modo straordinario ed evidente. Da una parte, durante il mio soggiorno a Emerge, ho notato dei dettagli sui fiori selvatici che crescono in città e sulla presenza incombente delle montagne in lontananza, così come la storia dei canadesi in Abruzzo. Tutto ciò mi ha portato a dipingere in montagna, in campagna e nel cimitero di guerra canadese di Moro River, dove ho incontrato casualmente un gruppo di studenti canadesi di Yellowknife che stavano visitando i monumenti ai caduti in tutta Europa. Tutto questo mi ha fatto sentire molto fortunato, e al tempo stesso selvaggio. In secondo luogo, mentre mi trovavo a Pescara, l’opportunità di passeggiare sul lungomare mi ha aiutato a prendere una decisione in merito alle fasi successive del mio processo e ad assumere il mio attuale mentore di pittura. Quel giorno in riva al mare ha influenzato la direzione che prenderà il mio lavoro. Non c’è bisogno di dire che è stato un periodo magico e sono molto grato al team di Emerge per avermi fatto sentire così ben accolto a Pescara.

Gardens of Fate. Courtesy dell’artista David Hanes e di Emerge Project Space. Photo credits di Pierluigi Fabrizio e Giorgio Liddo

Il tuo lavoro sembra essere in costante oscillazione, come se non volessi porre alcun limite alle potenzialità del tuo rapporto con la materia, con i vari media, con la ricerca che cambia. Come vivi questa non stanzialità stilistica?
È vero che la mia carriera artistica è stata esemplificativa di molti stati di cambiamento e sperimentazione, ma mi piace riflettere su alcuni dei miei eroi nel mondo dell’arte che mi hanno sempre consigliato di essere coraggioso e audace nel proprio lavoro, di accettare le sfide e di ascoltare sempre il lavoro e ciò che sta cercando di dire. Non bisogna avere mai paura della sperimentazione e del cambiamento, diversamente significherebbe lavorare nella paura e, quando lo si fa, il lavoro rallenta fino a fermarsi. Tuttavia, sono in pace con il punto in cui mi trovo nel mio processo artistico e con il fatto che esso mi abbia portato alla pittura piuttosto che a un altro tipo di pratica. Significa che posso continuare a vedere il mondo ed esplorare l’interno e l’esterno senza soluzione di continuità. Mi ha anche avvicinato alla mia famiglia, soprattutto a mia madre. Vivo la mia pratica come un paesaggio, o meglio, come un paesaggio montano come quelli dell’Abruzzo: pieno di valli, cime, comuni, pianure, laghi, città, colline e scogliere.

Gardens of Fate. Courtesy dell’artista David Hanes e di Emerge Project Space. Photo credits di Pierluigi Fabrizio e Giorgio Liddo

Infine, prima di lasciarci, puoi indicarci quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho terminato una residenza d’artista presso la Fondazione Villa Lena in Toscana, dove ho approfondito la mia pratica pittorica e prodotto la mia prima acquaforte con lo studio di stampa Il Bisonte, di Firenze. Sono ancora in Italia grazie al sostegno dell’Ambasciata canadese; visiterò Torino, Milano e Bologna, prima di tornare a Firenze e dare seguito ad alcuni dipinti che ho lasciato incompiuti. Dopo l’Italia, tornerò a Berlino per dipingere in vista dei prossimi progetti per Copenaghen, Lussemburgo e Stati Uniti. Per il resto, sono entusiasta di tornare per qualche tempo in Canada alla fine dell’anno, per passare del tempo a dipingere al nord.

Benedetta Monti

Info:

David Hanes. Gardens of Fate
19/03-30/05/2023
testo critico di Benedetta Monti
Emerge Progect Space
Via Tiburtina Valeria 75, Pescara

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