Delio Jasse. Arquivo Informal

Delio Jasse è un artista che nella sua pratica utilizza l’archivio e metodi di stampa fotografica inconsueti come cianotipia e van dyke brown. Ha esposto alcuni suoi progetti a Bologna in occasione della rassegna artistica Foto/Industria (edizione 2019), accanto a nomi illustri della fotografia quali Luigi Ghirri e Lisetta Carmi. Poi il Covid-19… Avendo assistito personalmente all’esposizione bolognese, ho deciso di fare una chiacchierata con lui per sapere se e come la pandemia ha impattato sul suo metodo di lavoro così fortemente legato alla materia e quali sono i suoi progetti futuri.

Lucrezia Costa: Come nasce il suo interesse per la memoria e per l’archivio, come lavora e sviluppa queste tematiche nella sua pratica?
Delio Jasse: Il mio interesse per queste tematiche deriva dalla mancanza di informazioni: quando la storia viene deturpata e raccontata in maniera pretestuosa e monca, sento la necessità di inserirmi e aggiungere le informazioni mancanti. Sono interessato all’archivio che lascia una traccia nel tempo e che nel futuro racconterà una storia. L’Angola, paese da cui provengo, ex colonia portoghese, troppo spesso è stata protagonista di vere e proprie violazioni della sua memoria storica e culturale. Era importante per me trovare una narrazione e raccontarla in modo efficace e semplice, un po’ come fa un archeologo che scava e ricerca delle tracce, allo stesso modo io mi muovo nella storia, raccogliendo indizi e scrivendo una versione nuova. Per questo io lavoro principalmente con oggetti e fotografie che mi vengono donati o che reperisco nei mercatini dell’usato, tralasciando del tutto gli archivi istituzionali.

Il suo metodo di lavoro è connotato da una forte componente materica: fogli di carta millimetrata, fotografie d’epoca e giornali di anni passati recuperati in mercatini dell’usato. Qual è il suo rapporto col materiale analogico rispetto a quello con l’arte digitale?
Quando inizio a lavorare a un progetto parto sempre da un foglio bianco e successivamente raccolgo informazioni, pezzi e frammenti. Credo si tratti di un processo simile alla stesura di un testo: quando si scrive si scelgono delle parole, si mettono in sequenza, si fanno delle prove e si creano abbinamenti che poi formano la frase finale. Nel mio lavoro faccio esattamente questo, attingo ai giornali, al web, ai libri, ritagliando e creando poi dei collage sul foglio bianco da cui sono partito. Pian piano prende forma una vera e propria fotografia senza che io utilizzi una macchina fotografica. Questa immagine successivamente viene stampata sul supporto finale che può essere un cartoncino, una tela, una pellicola, sempre lavorando con la tecnica fotografica. Nella mia pratica il processo che crea un’immagine visibile si realizza sempre in analogico: anche se a volte per questioni di tempo utilizzo il digitale per scattare, poi trasferisco sempre tutto in forma analogica, sovvertendo l’ordine di una prassi ormai ampiamente consolidata tra i miei colleghi.

A causa del Covid-19 le sue incursioni nei mercatini dell’usato e nei negozi d’antiquariato alla ricerca di fotografie antiche e di materiale cartaceo hanno subito una battuta d’arresto. Come ha reagito a questo stop?
Ho iniziato a acquistare materiale online, ad esempio su e-bay o attraverso delle aste sul web, in particolare per un progetto che sto portando avanti sull’Eritrea e sulle ex colonie italiane in Africa, sempre rimanendo nella sfera dell’archivio informale. Questa nuova modalità cui mi sono dovuto adeguare è molto impersonale e complicata perché esclude completamente il contatto fisico e la contrattazione tipici degli scambi in presenza. Mi piace ascoltare chi vuole convincermi a acquistare un pezzo perché quasi sempre è a conoscenza della storia di quell’oggetto. Che si tratti di una mappa o di un’immagine, il mio interlocutore mi persuade del fatto che sto facendo un grande affare. È affascinante questo gioco delle parti fatto spesso di piccole bugie per convincermi a comprare: è grazie alla sapiente opera di persuasione del venditore che decido se procedere o meno all’acquisto. Ed è lui a diventare un vero e proprio curatore di merce anonima. Se da una parte la ricerca online è estremamente impersonale, dall’altra offre la possibilità di arrivare ovunque e di essere più selettivi: ad esempio ho acquistato tramite un’asta londinese un’immagine del primo presidente dell’Angola, un negativo 6×12 molto prezioso.

A che cosa sta lavorando in questo periodo? Che progetti ha in cantiere?
Sto lavorando a una serie che chiamerò Lockdown oppure Pandemonio, che consta di cento collage realizzati col contenuto di giornali pubblicati tra il febbraio e l’aprile 2020. Ho lavorato applicando il mio metodo abituale: ho comprato i quotidiani tutti i giorni per due mesi, in una fase storica in cui circolavano moltissime, forse troppe, informazioni. In pochi compravano i quotidiani cartacei, io invece li ho acquistati sistematicamente, ritagliando ciò che attirava la mia attenzione e creando nuove narrazioni sui fogli bianchi di carta millimetrata, con l’intento di concentrarmi su un’altra forma di polemica. Ho spezzato e riconfigurato tutte le informazioni sulla pandemia per dar vita a storie diverse e alternative. Se la situazione migliorerà, questo materiale verrà esposto in una mostra a Firenze, in programma per febbraio 2021. I contenuti delle mostre sospese nel 2020 saranno visibili nel 2021 in particolare in occasione di una collettiva a Bruxelles, di una mostra in Italia e di una in Portogallo. Parallelamente sto portando avanti il lavoro sulle ex colonie italiane in Africa degli anni Trenta e continuo a curare le immagini stampate su tessuto riguardanti i temi a me cari dell’archivio e del passato, che verranno esposte nella mia personale presso alla galleria Tiwani Contemporary a Londra, nel 2021 o nel 2022.

Lucrezia Costa

Info:

www.deliojasse.com

Ritratto di Delio Jasse realizzato in occasione di Foto/Industria 2019 davanti a una parte del suo lavoro Arquivo Urbano, ph courtesy Mistic Media WordPressRitratto di Delio Jasse realizzato in occasione di Foto/Industria 2019 davanti a una parte del suo lavoro Arquivo Urbano, ph courtesy Mistic Media WordPress

Delio Jasse, Arquivo Urbano, 2019, opera realizzata con tecnica Van Dyke Brown su cartoncino e timbro in foglia d’oro, ph Lucrezia CostaDelio Jasse, Arquivo Urbano, 2019, opera realizzata con tecnica Van Dyke Brown su cartoncino e timbro in foglia d’oro, ph Lucrezia Costa

Delio Jasse, Arquivo Urbano, 2019, opera realizzata con tecnica Van Dyke Brown su cartoncino e timbro in foglia d’oro, ph Lucrezia Costa

Delio Jasse, Arquivo Urbano, 2019, opera realizzata utilizzando una doppia esposizione su plexiglas con perni a muro, ph Lucrezia Costa


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