Qualsiasi regola che, svelando il modus operandi dell’artista, stabilisca l’interpretazione “autentica” di un’opera può, nelle parole di Sergio Lombardo, «aprire la strada a interpretazioni più profonde e più interessanti, delle quali i critici dovrebbero essere protagonisti più adatti».[1] Da tale interpretazione l’artista elabora la definizione di “evento”, non solo oggetto della pratica di Cesare Pietroiusti co-fondatore, nel 1979, insieme allo stesso Lombardo e ad Anna Homberg, del centro di ricerca e di sperimentazione Jartrakor. Questo concetto di evento è inoltre presente, presso The Gallery Apart, con «Valori», mostra aperta fino al 29 luglio, ma è anche protagonista della ricerca di Giovanni Di Stefano a cui la Galleria 1/9unosunove dedica, fino al prossimo 2 luglio, la rassegna «Errori significanti. Opere dal 1983 al 2022».
Una delle questioni più interessanti della teoria eventualista di Lombardo è come il suo metodo, che impone l’applicazione di regole oggettive e preliminari alla fase creativa vera e propria, possa lasciare spazio alla soggettività interpretativa. L’oggettività della regola, la presunta univocità delle sue fondamenta matematico-logiche, non esclude però la possibilità, da parte dello spettatore e dello stesso autore, di ottenere una reazione diversa da quella codificata. Lo scopo dell’evento è, quindi, la reazione provocata dall’opera intesa come generatrice di stimoli.
Giovanni Di Stefano, sia negli Esperimenti di Pittura cieca (1982) sia nella Pittura cieca con cerchio (1984), affiancato da Pietroiusti e da Lombardo, arricchisce la definizione di “evento” mediante la gnoseologia dell’errore. «Se l’arte si manifesta come errore, quindi contro l’intenzione cosciente dell’autore, il suo compito non è più quello di produrla o di crearla, ma quello di trovare una tecnica capace di amplificarla, di metterla in evidenza».[2] Oltre a offrire una panoramica esaustiva della sua pratica, gli Errori “significanti” indagano come, in Di Stefano, l’opera si manifesti nella casualitàdell’errore non più come ente “rappresentato”, ma “presente”.[3]
Pittura Cieca con cerchio (1984) fa emergere il desiderio dell’artista di far proprio il suo stesso metodo. Estraniandosi dalla propria presenza egoica, egli tenta di annerire, bendato e in un tempo prestabilito, una figura geometrica tracciata in superficie (il cerchio), chiedendosi se e quanto la sua cecità possa compromettere la sua capacità di codificarlo visivamente, di arrivare a una conoscenza intrinseca dello stesso e se questa condizione possa o meno definirsi come una «opportunità di vedere oltre le apparenze».[4]
In Strappi (2007) alcuni fogli monocromi, strappati in quattro parti da esecutori anonimi, vengono ricomposti da Di Stefano senza alcun condizionamento compositivo, creando un’estetica inconsapevole. La casualità dello strappo, mai uguale a sé stesso e testimoniato dal video in mostra come parte integrante dell’opera, esprime la volontà di ricercare la perfezione attraverso l’errore; la verità ontologica dell’evento, la necessaria coesistenza con il negativo, è presente anche in Laser (2002), dove il supporto per il disegno degli esecutori, posti in una stanza buia, è qui costituito da un foglio di carta fotosensibile.
Dalla gnoseologia dell’errore (Di Stefano) alle dinamiche dello scambio, la cui processualità è indagata da «Valori», personale di Cesare Pietroiusti, a The Gallery Apart. Attraverso una raccolta di banconote da mille lire, arricchite da messaggi casuali di anonimi autori, Pietroiusti si dimostra “figlio” di Lombardo nell’idea di opera come esperimento interattivo – si pensi alla raccolta dei Pensieri non Funzionali (1997) – cercando però di cogliere l’incontro fra il reale e il simbolico, fra la traccia del pennarello e il valore d’acquisto delle banconote, o ancora fra la presenza fisica della singola identità e il desiderio di omologazione insito nel valore economico.
Il legame tra Arte e Ricerca, troppo spesso insidiato da una critica votata all’Estetica, al giudizio netto e alla separazione tra “Arte” e “non Arte”, è portato avanti con orgoglio da Lombardo, fondatore, nel 1979, della Rivista di Psicologia dell’Arte, e dal gruppo Jartrakor, di cui fanno parte – oltre allo stesso Lombardo – anche Pietroiusti e Di Stefano. Questo legame sembra rivendicato, in quanto cuore di una nuova scuola di pensiero, anche da collettivi emergenti come Numero Cromatico, esperienza contraddistinta dall’adesione a un programma, a un’idea comune, diversamente dai numerosi spazi indipendenti fioriti sul territorio e dai collettivi che, pur spesso attivi in progetti condivisi, non desiderano essere sottomessi alle etichette. La recente storia artistica romana ne è ricca di esempi (le “scuole” di Piazza del Popolo o di San Lorenzo, per citarne alcune) cercando, al contrario, di mantenere un’individualità che, portata all’estremo, rende uno dei compiti dello storico, ovvero l’elaborazione di una storia dell’arte presente, estremamente difficoltoso. In mancanza di punti fermi (correnti o movimenti) il gruppo di Lombardo, all’epoca mai sostenitore delle logiche di un mercato che lo voleva all’interno di specifiche correnti (Pop, Arte Povera) sembra, al giorno d’oggi, colmare un vuoto. Il suo ritorno in voga è testimoniato proprio dalla crescente valorizzazione dei suoi artisti da parte delle gallerie romane.
Giulia Pontoriero
[1] Sergio Lombardo, cat. “12×12” mappe di Heawood, p.7, Vallecchi per l’Arte,2004, Vallecchi, Firenze
[2] Sergio Lombardo, Immagini indotte in stato di trance ipnotica. Rivista di Psicologia dell’Arte, a. 1, n. 1, 1979
[3] Intervista di Cesare Pietroiusti a Giovanni Di Stefano in occasione della mostra Errori Significanti. Opere dal 1980 al 2022, 19 Maggio – 2 Luglio, Galleria 1/9unosunove, Roma.
[4] Anna Homberg, Una luna quasi gentile. Un esperimento di Pittura cieca del 1984, testo critico in occasione della mostra Errori significanti. Opere dal 1983 al 2022, dal 19 Maggio al 2 luglio, Galleria 1/9unosunove, Roma
Info:
Giovanni Di Stefano, Errori Significanti. Opere dal 1983 al 2022
19/05 – 2/07/2022
Galleria 1/9unosunove
Via degli Specchi, 20 – 00186 Roma
Cesare Pietroiusti, Valori
5/05 – 29/07/2022
The Gallery Apart
Via Francesco Negri, 43 – 00154 Roma
Giovanni Di Stefano. Errori Significanti. Opere dal 1983 al 2022, installation view. Photo credits Giorgio Benni, courtesy Galleria 1/9unosunove
Giovanni Di Stefano. Errori Significanti. Opere dal 1983 al 2022, installation view. Photo credits Giorgio Benni, courtesy Galleria 1/9unosunove
Giovanni Di Stefano. Errori Significanti. Opere dal 1983 al 2022, installation view. Photo credits Giorgio Benni, courtesy Galleria 1/9unosunove
Cesare Pietroiusti, Valori, 2022, installation view at The Gallery Apart Rome (ground floor). Photo credits Giorgio Benni, courtesy The Gallery Apart Rome
Cesare Pietroiusti, Valori, 2022, installation view at The Gallery Apart Rome (ground floor). Photo credits Giorgio Benni, courtesy The Gallery Apart Rome
Laureata in Scienze dell’Architettura alla Sapienza di Roma, con diploma di master in Arte contemporanea e Management presso la Luiss Business School, attualmente lavora come stagista e project manager presso Untitled Association. Diplomata in Fotografia e Critica d’Arte a Bologna, attualmente porta avanti i suoi progetti personali ed è parte del team del progetto culturale Forme Uniche.
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