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Laura Grisi e la misurazione del tempo (in)finito

Laura Grisi e la misurazione del tempo (in)finito

Laura Grisi non è mai stata semplicemente un’esponente della Pop Art italiana. Non è mai stata nemmeno unicamente una scultrice, né una pittrice, una fotografa, tantomeno solo una videoartist.  Laura Grisi ha sempre lavorato nell’ottica lungimirante e complessa che comporta necessariamente l’andar oltre: oltre l’esplorazione, oltre la sperimentazione, sulla natura, il paesaggio, le sue bellezze e le sue leggi, ma anche su qualcosa di più sovrannaturale: le possibilità, le molteplicità. In una “semplice” parola l’infinito.

Scomparsa a Roma lo scorso dicembre, la P420 di Bologna le rende omaggio con una personale, Hypothesis on Infinity, inaugurata lo scorso sabato 7 aprile presso la galleria di via Azzo Gardino. La mostra è, di fatto, un viaggio simbolico e suggestivo attraverso i paesaggi ricreati da Laura Grisi, o meglio attraverso le sensazioni che essi generano, ricostruite dall’artista: non si tratta di oggetti in senso stretto, piuttosto “dell’esperienza dei fenomeni naturali”.

Affascinanti, misteriosi tanto da essere difficili da ricondurre ad uno schema, i “fenomeni naturali” di Laura Grisi sono talvolta controllabili, inquadrabili, semplificabili in “materia” (oggetti, sì, in un certo senso, possiamo dirlo), altre volte ingestibili, illusori, quasi paradossali. Ed è proprio quando lavora sul paradosso, e sull’incompletezza fallimentare delle ipotesi, che la Grisi raggiunge i risultati migliori.

Basti pensare a The Measuring of Time, senza dubbio l’opera più suggestiva presente in Hypothesis on Infinite (proiettata sull’enorme parete conclusiva del percorso mostra), in cui l’artista conta, uno ad uno, granelli di sabbia del deserto. Una battaglia persa in partenza, un paradosso, un tentativo fallimentare e per questo profondamente romantico più che scientifico, di imbrigliare la natura partendo dalle sue unità minime: il granello è lo strumento di misura e il gesto sfida il tempo, pur consapevole che l’azione posta in atto non produrrà alcun risultato reale. Ma solo artistico.

Questo splendido video, costruito a spirale (si apre sulle mani della Grisi intente nell’atto di contare, si chiude sempre sulle stesse mani), è accostato, nella stessa sala, a Drops of Water, installazione in cui, tramite un sistema di gocciolamento sul soffitto della galleria, l’artista ricostruisce il fenomeno della pioggia. E l’operazione dà vita ad un’opera profondamente meditativa che fa da contraltare alla misurazione del tempo, richiamandone evidentemente il concetto.

Procedendo a ritroso, la prima sala presenta lavori in cui il processo di “imbrigliamento” della natura e della sua mutevolezza è affrontato in maniera scientifica, quasi matematica. L’obiettivo è difficile, certo, ma in questo caso Laura Grisi non può, né vuole fallire. Anzi, ciò che vuole è esaurire il dedalo delle possibilità esistenti, contarle tutte, finché l’impossibile diventi possibile. E l’infinito diventi finito.

In Pebbles, serie di 150 fotografie, e in From One to Four Pebbles, video di 4 minuti e mezzo, l’artista possiede un numero finito di pietre, le inverte, le scambia, ne muta la posizione finché non ottiene un numero, finito esattamente come gli “oggetti” di partenza, di possibilità. Simile, nei concetti e risultati, è Blue Triangles, serie di fotografie in cui, ancora una volta, Laura Grisi esaurisce drasticamente tutte le circostanze possibili.

In Seascape, finestra su un paesaggio marino, così come in Sunset Light, che rientra nella serie dei Neon Paintings, la Grisi semplifica, non solo la natura e il panorama di partenza, ma anche le infinite possibilità date dalla mutevolezza del mare e del cielo, mai, per natura, appunto, uguali a sé stessi.

Qui le possibilità sono ridotte all’osso: Seascape diventa quasi un lavoro sull’umore, sulla sensazione che l’assistere ad un semplice fenomeno naturale comporta (cielo sereno/coperto, presenza/assenza di nuvole ecc), mentre Sunset Light è un generatore d’emozioni che variano al variare della posizione del visitatore rispetto all’opera.

Matematica, certo. Che non sempre basta. Probabilmente non a trovare un sistema per dare alla natura, regno della mutevolezza per eccellenza, uno schema, una regola. Ma che basta a Laura Grisi, e alla sua personalissima ricerca, a garantirsi un posto unico nel panorama della Pop Art italiana.

Guido Luciani

Info:

Laura Grisi. Hypotesis of Infinity
7 aprile – 2 giugno 2018
P420
via Azzo Gardino, 9 Bologna

Laura Grisi, The Measuring of Time, digital video b/n, installation view

Laura Grisi, The Measuring of Time; Drops of Water, installation view

Laura Grisi, Blue Triangles, installation view

Laura Grisi, Sunset Light; Seascape, installation view


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