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pArt di Maddalena Salerno e Lelio Orsini: la rivoluzione nel restauro delle opere d’arte

Si dice che in Italia non vogliamo o non siamo capaci di valorizzare quello che abbiamo e che non ci prendiamo cura del nostro patrimonio storico-artistico a differenza di altri Paesi che invece investono in cultura. Non è certamente il caso degli imprenditori Maddalena Salerno e Lelio Orsini, che nel 2019 hanno dato vita a pArt, prima piattaforma digitale che replica la logica di un e-commerce per promuovere il restauro di beni artistici al quale tutti possono dare il proprio contributo, sentendosi in un certo senso parte di una grande famiglia che ha a cuore la conservazione del nostro immenso patrimonio artistico.

Dietro questo ambizioso e variegato progetto ci sono la passione per l’arte, la dedizione, l’impegno, la semplicità e al tempo stesso l’originalità della comunicazione che deve arrivare a tutti, facendo innamorare dell’arte anche chi non ne è appassionato. Maddalena Salerno e Lelio Orsini puntano a incentivare il rapporto tra pubblico e privato, supportando le aziende che decidono di investire in questo settore e stabilendo di volta in volta un mecenatismo diverso a seconda del progetto che devono portare avanti.

Tra i restauri più importanti messi in atto grazie a pArt, figurano un dipinto ottocentesco che raffigura Santa Francesca Romana nel cuore di Trastevere a Roma, un dipinto su carta dell’artista Giancarlo Sangregorio, un trittico trecentesco e una meravigliosa Annunciazione di Beato Angelico.

L’arte, come sostiene Lelio Orsini, può e deve giovare a tutti, perché come diceva Picasso “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.”

Annalina Grasso: Come e quando è nata la piattaforma pArt?
Maddalena Salerno e Lelio Orsini: pArt nasce nel novembre del 2019 dopo quasi due anni di lavoro di start up. Abbiamo presentato il progetto nella sede dell’Associazione Civita, a Piazza Venezia a Roma. L’idea nasce da una grande passione per la storia e per l’arte. Da un’intuizione: rendere affascinanti al grandissimo pubblico le opere d’arte da restaurare e semplificare i processi che portano all’effettivo restauro di un’opera d’arte. E da una provocazione: se oggi tutto è desiderabile se comunicato bene, perché non può esserlo anche il patrimonio culturale? Dal desiderio di voler dare il nostro, seppur piccolo, contributo alla tutela del patrimonio artistico di cui siamo circondati, in cui siamo nati e in cui viviamo tutti i giorni. Sicuramente lo è ancor di più per chi è nato e ha deciso di vivere a Roma e in Italia. Ci siamo dedicati a rendere più vicino, più accessibile, più comprensibile il patrimonio culturale al grande pubblico ed è per questo che abbiamo pensato di raccogliere le opere da restaurare in un sito che replica, seppur solo formalmente, la logica di un e-commerce. Un catalogo online di opere d’arte che necessitano di restauro, dove con pochi clic chiunque può avviare un progetto di restauro e diventare mecenate. L’utilizzo del web e il meccanismo dell’e-commerce da un lato aiutano ad amplificare il messaggio, dall’altro, ne semplificano la fruizione. Le opere sono suddivise in tematiche (storia, amore, amicizia, filosofia…) proprio per renderle più accattivanti e vicine al pubblico, anche a occhi non esperti o di settore. Perché quindi non dedicare il restauro del balcone di Romeo e Giulietta alla propria amata? Oppure il restauro del busto di Socrate a un anziano professore prossimo alla pensione?

Cosa ha di speciale il vostro progetto?
Siamo la prima piattaforma digitale che replica volutamente la logica di un e-commerce per promuovere il restauro di beni artistici. Non solo arte antica ma anche moderna, fotografia, street art.  Ci occupiamo di tutta la filiera che porta al compimento di un restauro sgravando di questo compito il privato o l’azienda che decide di diventare un mecenate culturale attraverso pArt. Chiunque, con pochi clic, può diventare un mecenate culturale e seguire il risultato del suo finanziamento online. I restauri proposti sono adatti a tutte le tasche, da piccoli a medi interventi, non solo in crowdfunding, fino a progetti più grandi. Il mecenate può vedere realmente come vengono spesi i suoi soldi, può seguire il restauro dell’opera fino al suo compimento. In più ci impegniamo a dare un’immagine fresca e moderna ai beni culturali, creando interesse anche nei confronti di un pubblico di giovanissimi, abbiamo per questo creato uno “shop” online sui nostri profili social, da cui il mecenate può finanziare un restauro direttamente facendo scroll su Instagram o su Facebook. Le ricompense per i nostri mecenati sono inedite, di design e in serie limitata. Siamo i primi a dare in cambio per esempio una shopper personalizzata, una cover per smartphone o una stampa d’artista a chi decide di finanziare il restauro di un’opera d’arte con noi. In più ci piace far dialogare campi e discipline diverse per stimolare i nostri mecenati e intrattenerli ogni volta con nuove idee e proposte, come una cena in un ristorante stellato in cambio della partecipazione a un restauro.

Come giudicate lo stato attuale dell’arte italiana? Cosa si fa e cosa si dovrebbe fare per incentivarla?
Se parliamo di beni culturali l’Italia possiede un patrimonio immenso (cosa nota a tutti) e fa già moltissimo per preservarlo, il problema non è la mancanza di impegno o di professionalità da parte delle Istituzioni ma l’ingente mole di interventi necessari ogni anno. È un impegno continuo che l’Italia deve affrontare da sempre, la sua inestimabile bellezza va di pari passo con la sua eterna condanna: essere custode della sua storia. Un enorme sito archeologico a cielo aperto che richiede interventi continui e costanti. Per incentivare la tutela del patrimonio artistico è utile creare nuove aziende, professioni e specializzazioni focalizzate proprio su questo. È un peccato che ancora oggi in gran parte a occuparsi di beni culturali debbano essere le “no profit”, proprio perché il patrimonio culturale è sempre stato considerato sacro e intoccabile. Invece crediamo sia utile un approccio più intelligente, nell’accezione inglese di “smart” quindi più abile, acuto, brillante, ma anche alla moda, al passo con i tempi. Fortunatamente stanno nascendo nuove interessanti realtà, insieme alla nostra, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Nel nostro piccolo cerchiamo di avvicinare il grande pubblico al mondo della tutela e del restauro di beni culturali e rendere affascinante questo enorme bagaglio storico e culturale anche per esempio ai giovanissimi. Oggi sono proprio i millennials a essere più attenti e consapevoli, il nostro messaggio si rivolge anche a tutti loro: conservare la storia ci garantisce un futuro migliore (oltre che green). Per incentivare l’arte crediamo sia essenziale stimolare di continuo il rapporto tra Pubblico e Privato. Per questo ci rivolgiamo a piccole, medie e grandi aziende mecenati e studiamo con loro di volta in volta progetti specifici.

Come si crea un mecenatismo culturale di successo in Italia?
Un mecenatismo culturale di successo è quello che lascia soddisfatti tutti: l’ente che gestisce l’opera d’arte, l’opera d’arte che viene restaurata (il bene) e il Mecenate che decide di restaurarla. Proprio da questa mancanza nasce il nostro desiderio di creare pArt. Non esiste una società che si occupa dell’intera filiera che porta al compimento di un restauro, dal contatto con l’ente proprietario, alla gestione delle pratiche burocratiche, alla redazione del progetto restauro, ai rapporti con il mecenate. E in più abbiamo deciso di operare su due binari per noi ugualmente importanti anche se distinti: da una parte il web che si rivolge a un pubblico vasto che finanzia un restauro per intero o solo parte di esso partecipando a uno dei nostri crowdfunding online. Qui si tratta di un mecenatismo diffuso e inclusivo. Dall’altra offriamo servizi offline, e su richiesta, ad aziende che intendono percorrere la strada del mecenatismo, della sponsorizzazione o dell’Art Bonus supportandoli nella scelta dell’opera – anche di progetti extra soglia di bando – nella gestione della burocrazia e nella promozione della loro azienda. In generale pArt valorizza chi valorizza l’arte, attraverso riconoscimenti (di immagine, morali o esperienze culturali) anche per piccoli mecenati e per interventi minori. Accompagna e supporta le Aziende che decidono di investire in cultura e nella tutela del patrimonio artistico valorizzando la loro attività da Mecenati.

Che tipo di problemi ha causato al vostro progetto la pandemia?
È sicuramente un momento difficile per molte aziende e quindi spesso i finanziamenti destinati alla cultura passano in secondo piano. Ma la pandemia ha travolto indistintamente tutto il settore culturale e questo ha creato anche più senso di appartenenza e di responsabilità. Abbiamo felicemente assistito a tanti progetti di cooperazione e collaborazione nell’arte e nella cultura. Abbiamo anche notato che il consumatore, quindi l’utente online, spende in maniera più consapevole e oculata e fa più attenzione a cosa acquista o finanzia. Quindi preferisce spendere piccole somme per qualcosa di utile piuttosto che fare una spesa futile e d’impulso.

Qual è il compito degli artisti emergenti e in cosa consiste la limited edition?
Maddalena Salerno: Abbiamo deciso di dedicare una sezione di pArt all’arte contemporanea, proprio per far capire a chi ci segue che non vogliamo essere fuori dal tempo e dedicarci solo al passato, ma anzi ci piace avvicinare il patrimonio culturale alle discipline e alle tendenze d’oggi. Da qui l’idea di collaborare con il mondo dell’arte contemporanea e del design e creare un dialogo tra arte antica e modalità espressive del presente commissionando un multiplo o un oggetto di design in edizione limitata a un artista contemporaneo, in risposta e in relazione a uno dei capolavori del passato da restaurare. Gli artisti, selezionati dalla curatrice Ilaria Gianni, sono in grado di costruire un dialogo sorprendente con i capolavori del passato, svelandone tratti nascosti e mettendone in luce nuove chiavi di lettura. Così il mecenate riceve, inclusa nel costo del restauro, un’opera d’arte, unica o in edizione limitata, come ricordo del suo intervento. Un esempio concreto: una litografia dell’artista contemporaneo Gianni Politi andrà ai trenta mecenati che decideranno di restaurare un’opera d’arte di Antonio Canova.

Il vostro motto recita: “take part, save art”. È certo che tutti possano comprendere l’importanza e il valore dell’arte, al di là dei contributi generosi? L’arte è davvero democratica?
Lelio Orsini: Sicuramente le cose belle sono veramente difficili e richiedono pensiero, cura e tempo e quando Cicerone diceva che alcuni comprendono profondamente la ragione dell’arte e altri solo il diletto che ne deriva, intendeva sostenere, a mio avviso, che l’arte comunque giova a tutti indistintamente. Tutte le arti che afferiscono alla cultura umana hanno un certo vincolo fra loro ed, essendo frutto della manifestazione del pensiero e della creatività, appartengono al genere umano nella sua globalità. Per questo motivo l’Arte è sicuramente una delle espressioni più democratiche dell’uomo e pArt, dando la possibilità a tutti di partecipare all’apologia della bellezza, attraverso un mecenatismo culturale diffuso, la rende ancora più preziosa.

Qual è la parte del vostro lavoro di cui andate più fieri?
Sicuramente i restauri che riusciamo a portare a termine, vedere concretamente il risultato del nostro lavoro e rimirare l’opera d’arte riportata alla sua bellezza originaria. Ma poi indubbiamente l’aspetto dell’immediatezza concreta, dando al mecenate la possibilità di partecipare a un restauro con pochi clic. pArt fa tutto quello che il Mecenate non deve più fare.

Potreste farci degli esempi di opere prestigiose recuperate o in via di restauro?
Abbiamo portato a termine alcuni importanti restauri, tra cui un dipinto ottocentesco che raffigura Santa Francesca Romana patrona dell’omonima associazione di assistenza per gli anziani nel cuore di Trastevere a Roma. Abbiamo inoltre completato una specifica campagna no profit attivata a favore dell’Ospedale Spallanzani di Roma nel primo periodo di emergenza Covid-19: dodici artisti romani hanno donato un’opera d’arte per realizzare la raccolta fondi. Al momento è attiva la campagna “Taste Food, Save Art”, a pranzo nelle città di Roma, Firenze e Milano per restaurare un’opera d’arte, che ha finora raccolto il 40% del budget prefissato e che terminerà a fine giugno 2021. Le opere da restaurare saranno tre: un dipinto su carta dell’artista Giancarlo Sangregorio, un trittico trecentesco e una meravigliosa Annunciazione di Beato Angelico.

Domanda personale: quali sono i vostri artisti imprescindibili?
Impossibile elencarli tutti, e in ogni caso caso pArt è super partes e tende alla tutela di tutto il patrimonio artistico, passato, presente e futuro!

Esempi di opere, chiese, siti sconosciuti assolutamente da recuperare e far conoscere?
In questo periodo si può cogliere l’occasione di conoscere più a fondo mete vicine che abbiamo spesso rimandato per visitarne di più lontane. Rimanendo nel Lazio è sicuramente da scoprire la meravigliosa Cripta della Cattedrale di Anagni, grazie alla collaborazione con il Museo della Cattedrale siamo riusciti a inserire nel nostro catalogo alcune opere da restaurare che sono proprio custodite lì.

Prossimi obiettivi?
A seguito della pandemia ci stiamo concentrando e consolidando sulla nostra splendida penisola italica, in futuro vorremmo esportare il format pArt anche in altri paesi, perché come l’arte non conosce confini, anche la nostra iniziativa può internazionalizzarsi e rendere un servizio utile, concreto e immediato per valorizzare altri patrimoni culturali che spesso sono stati influenzati o hanno influenzato quello che fruiamo giornalmente immergendoci nella nostra cultura.

Info:

www.thisispart.com

pArtI co-fondatori di pArt Lelio Orsini e Maddalena Salerno, photo: Vittorio Bonaffini

Dettaglio di bassorilievo di Antonio Canova, In memoria di Giovanni Volpato, 1804 -1807, atrio della Basilica dei Santi XII Apostoli, Roma, photo: Simon d’Exéa

Beato Angelico, Annunciazione, 1430-1440, Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Valdarno  (AR), photo courtesy Museo della Basilica

Francesco Borromini, Croce in micromosaico eseguita dal mosaicista Giovan Battista Calandra, 1625, Museo di Santa Maria in Cappella, Roma, photo: Simon d’Exéa

Disegno su carta di Giancarlo Sangregorio, photo courtesy Fondazione Giancarlo Sangregorio

Multiplo dell’artista Lulù Nuti, spilla in bronzo, photo: Simon d’Exéa

I co-fondatori Maddalena Salerno e Lelio Orsini con l’artista Gianni Politi presso la Litografia F.lli Bulla di Roma, photo: Simon d’Exéa

Piattaforma pArt da smartphone, photo: Vittorio Bonaffini


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