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Poetic Dissident. È online la mostra di videoarte bielorussa degli artisti contemporanei invisi al governo del loro Paese

Ha inaugurato in forma virtuale Poetic Dissident, l’esposizione di videoarte che dà spazio e voce ai 4 giovani artisti Lesya Pchelka, Uladzimir Hramovich, Vasilisa Palianina e Gleb Burnashev, per raccontare al mondo quello che sta succedendo (e che non possono dire, pena la reclusione o la tortura) nella loro nazione, la Bielorussia. La mostra, a cura delle due realtà attive nell’industria culturale Current Corporate (Treviso) e IoDeposito (Friuli Venezia Giulia), sarà fruibile fino al 30 aprile sui siti web www.currentcorporate.com e www.bsidewar.org .

Si parla ancora troppo poco in Italia degli eventi che in pochi giorni hanno sconvolto la vita di tantissimi cittadini in Bielorussia a seguito delle elezioni governative del 9 agosto 2020, che per la sesta volta hanno visto vincitore nel ruolo di Presidente Aleksandr Lukašenko, in carica dal 1994. L’esito, che gli assegnava l’80% dei voti, ha fatto esplodere nel Paese le proteste per i sospetti brogli elettorali e per la richiesta di nuove elezioni.

Nei giorni seguenti, migliaia di persone sono scese in piazza a Minsk per protestare pacificamente, ma su mandato del governo sono state immediatamente bloccate per mano della polizia e delle unità speciali di sicurezza OMON. La situazione è poi sfuggita velocemente di mano, con le violenze delle forze dell’ordine che si sono rivolte indistintamente contro donne e uomini. Capire cosa sta succedendo nel Paese diventa difficile, perché internet e la rete telefonica sono stati bloccati per giorni. Da agosto a oggi si contano numerosissimi i feriti, sei i morti, circa 33mila individui arrestati perché presunti dissidenti e più di duecento risultano essere i prigionieripolitici.

Gli “agenti dei reparti anti-sommossa della polizia si sono resi responsabili di episodi di violenza brutale nei confronti dei manifestanti”, riporta Amnesty International. Come tantissimi connazionali, anche gli artisti presenti in mostra hanno subìto maltrattamenti e arresti da parte delle forze di polizia nazionale. Testimonia una di loro, Lesya Pchelka: “Uladzimir (Hramovich) ed io (…) siamo stati sequestrati nel cortile di casa nostra. Nella mia cella da 6 posti letto c’erano 24 persone, senza materassi, coperte e prodotti igienici. Uladzimir ha trascorso 15 giorni in prigione. Le condizioni lì sono rese insopportabili apposta. Ora siamo entrambi a casa, ma ci siamo ammalati di Covid”.

Più volte, in passato, questi artisti avevano lavorato con Current e IoDeposito a progetti, anche congiunti, di natura artistica e culturale. Commenta a proposito dell’iniziativa Chiara Isadora Artico, Art director di Current: “Quello che sta accadendo ai nostri artisti Bielorussi, perseguitati perché ritenuti intellettualmente pericolosi, ci addolora. Stiamo cercando di capire se e come possiamo aiutarli a proseguire i progetti che avevamo in programma, anche in collaborazione con IoDeposito, che avrebbero visto la loro presenza qui sul territorio, ma la possibilità di farli uscire dai confini nazionali è minima. Nel frattempo, abbiamo deciso di dare massima visibilità alle loro opere e alle loro esperienze con la mostra Poetic Dissident, interamente dedicata alle loro opere video sul tema della repressione politica. A fronte degli abusi subiti dagli artisti, in qualità di operatori delle industrie creative, non possiamo che cercare di dare massima visibilità al loro messaggio”.

Con le loro opere video, gli artisti che prendono parte alla mostra valicano i confini nazionali (che Lukašenko ha fatto chiudere con i due paesi vicini, parte dell’Unione Europea, Lituania e Polonia) dentro i quali la loro arte è invisa. “Poetic Dissident” si costituisce quindi come una testimonianza urgente – rivolta ai cittadini europei e non solo.

In mostra sarà visibile anche “SCRATCHES”, opera di Lesya Pchelka e Uladzimir Hramovich, dal chiaro significato politico: due mani cancellano dal documento d’identità bielorusso gli elementi in oro, rendendolo così un taccuino anonimo e svincolando simbolicamente il proprietario dall’appartenenza a uno stato che non lo rappresenta. È questo il video che con tutta probabilità è valso il carcere ai due artisti.

Info:

La mostra sarà visibile sui siti web:
www.currentcorporate.com
www.bsidewar.org
Opere di: Lesya Pchelka, Uladzimir Hramovich, Vasilisa Palianina e Gleb Burnashev

Lesya Pchelka, Women’s peaceful actions against police violence. Minsk, August 12th, 2020

Lesya Pchelka e Uladzimir Hramovic, Scratches, 2021 (frame da video)

Gleb Burnashev, My state, 2021 (frame da video)

Cover image: Gleb Burnashev, We make a human out of you, 2020, Ph. Peter Dainovski


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