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Quando l’Odissea del visionario Kubrick ispira il contemporaneo: il potere della comunicazione visiva

Il cinema, dalla sua comparsa, viene considerato tra le più importanti scoperte e invenzioni dopo la stampa, capace di superare qualsiasi altra forma di rappresentazione nel rendere la realtà in maniera diretta. Fra le caratteristiche che possiamo riscontrare nel medium cinematografico c’è sicuramente l’enfasi sulla comunicazione: il cinema, infatti, si presenta come il connubio perfetto fra vecchie tecnologie e nuovi mondi da esplorare ed è capace di offrire al pubblico immagini, dalle quali è impossibile sottrarsi.

Cosa potrebbe succedere se, oggi, il design contemporaneo prendesse spunto da un pezzo di storia del cinema internazionale e di conseguenza chiedesse alla stessa animazione di farsi portavoce della sua comunicazione? Ne verrebbe fuori una combinazione perfetta ed evoluta.

Andrea Branciforti, architetto, designer, docente e attualmente Presidente ADI Sicilia, per Orolavico, azienda etnea specializzata nella lavorazione della pietra lavica, decide per il suo ultimo progetto, Odyssey Collection, di ispirarsi a 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick del 1968, da cui fa discendere una new dishes line di 15 sottopiatti, composta a sua volta da sei micro-collezioni.

Branciforti parte proprio dallo studio di Stanley Kubrick, il grande regista che non perdeva occasione per puntare ai dettagli, alle inquadrature studiate, così perfette e geometriche. In 2001: Odissea nello Spazio, in cui passato, presente e futuro sembrano incontrarsi e mai scontrarsi, una serie di immagini dirette si susseguono oltre l’infinito: la scimmia che tiene l’osso, il monolite nero, il rosso di Hall 9000, il bianco innaturale della stanza con i mobili in stile Impero e gli elementi futuristici che fanno da sfondo al corpo dell’astronauta David Bowman e al monolite nero.

Dopo aver studiato il regista e aver analizzato la sceneggiatura del film, Branciforti torna alle sue origini: la Sicilia, terra che grazie all’attività costante dell’Etna, ci regala oltre che spettacoli visivi e sonori, anche materia, la pietra lavica. Una pietra lavica che compie un viaggio, dalla natura, alla trasformazione in prodotto di design, fino ad arrivare al completamento della mise en place delle nostre tavole. Una collezione di design, contemporanea tanto quanto eco-sostenibile, dalla quale vengono fuori 15 sottopiatti, le cui trame e decorazioni ci riconducono alla pellicola di Kubrick; le nuance, ovvero il passaggio graduale da un colore a un altro, sono ottenute con un procedimento di laboratorio eco-sostenibile che consente di realizzare la palette di colori da un solo vetro di base che riproduce tonalità presenti in natura e che non sono presenti nelle più note scale dei colori (Ral e Pantone).

Branciforti, inoltre, per continuare il lavoro e finirlo sulla strada dell’animazione, si avvale della collaborazione di Adriano Di Mauro, giovane artista e illustratore, che attraverso un linguaggio utopista e l’uso dell’animazione 2 D frame by frame, ci racconta le intenzioni del designer nel video promo per la collezione di Branciforti. Le scene del video sono ambientate tra l’Universo e la Terra, in Sicilia, e vedono come protagonista un astronauta-scimmia-uomo che si imbatte nella collezione di Branciforti e nello street food tipico siciliano, ma il suo viaggio dura poco perché viene risucchiato dall’occhio di Hal e portato in un mondo dove tutto ancora può succedere.

Mery Scalisi: Da quale pensiero è partita la volontà di incontrare il mondo della video-animazione per Odyssey Collection?
Andrea Branciforti: Per Odyssey Collection volevo che la comunicazione fosse ironica ma non banale, pertanto, abbiamo pensato di rileggere il film di Kubrick attraverso il linguaggio flat dell’illustrazione. Abbiamo abbandonato il format visivo e audio da campagna pubblicitaria più formale e istituzionale lasciando al dialogo tra design, arte visiva e cinema il compito di guidare il pubblico nella lettura, leggera ma completa, del concept, dell’idea che vi è dietro questo progetto. Quella dell’animazione mi sembrava una strada percorribile e interessante, così abbiamo coinvolto, con lo studio di comunicazione, l’artista Adriano di Mauro che ha saputo trasferire il mio pensiero nel video, esaltando i riferimenti alla pellicola del grande maestro del cinema e introducendo alcuni elementi legati alla linea di sottopiatti in pietra lavica.

Ci sono stati altri grandi maestri, come Kubrick, che ti hanno aiutato/ispirato nel processo di realizzazione dei tuoi lavori?
Credo che a colpirci, in generale, siano le immagini. Che si tratti di immagini dei film che spesso hanno una fotografia che ipnotizza le nostre menti, o di paesaggi che mostrano la straordinaria perfezione della natura, o di architetture o di oggetti di design che vediamo quotidianamente nella città in cui viviamo, durante un viaggio, ecc… Tutto ciò che cattura la nostra attenzione, in qualche modo, resta dentro di noi, lo metabolizziamo e, quando meno ce l’aspettiamo, ritorna a galla, diventando fonte di ispirazione per un nuovo progetto o una nuova idea.

Secondo la tua ultima esperienza, in che misura credi che la video animazione, come mezzo di comunicazione, possa aiutare il design contemporaneo?
La video animazione come medium artistico e come forma di comunicazione visiva è molto interessante perché riesce a stimolare trasversalmente l’immaginazione anche del pubblico meno avvezzo a questo determinato codice espressivo. Nel nostro caso, abbiamo scelto un linguaggio flat, quindi un linguaggio semplice, essenziale, bidimensionale, immediato fatto di palette vibranti e luminose, spesso di colori primari e secondari, che consentisse di smorzare senza mai svilire o banalizzare alcuni concetti molto importanti quanto attuali affrontati da Kubrick nel suo film che tanto ha ispirato le generazioni future e le scelte politico-sociali dei decenni successivi.

Mery Scalisi: Comunicare una collezione di design attraverso la video animazione, il tuo mondo. Come hai accolto la proposta del designer Andrea Branciforti?
Adriano Di Mauro: Quando ho visto il design della collezione realizzata da Andrea Branciforti ho subito pensato che si sarebbe legata benissimo al mio stile di animazione. Credo che il passaggio più importante sia stato far sì che gli elementi comunicassero incontrandosi in un unico stile grafico.

Quali sono i principi che una buona video animazione dovrebbe possedere per la riuscita di una comunicazione efficace?
Secondo me, il messaggio che si vuole trasmettere è il primo tassello che sta alla base di ogni animazione. In questo caso lo script e, successivamente, lo storyboard sono le strutture più importanti per una buona riuscita comunicativa. Sintetizzare le idee di un progetto in immagini in movimento che poi vediamo su uno schermo è la chiave di tutto il processo. Tutto il resto può benissimo essere un passaggio secondario.

Ci sono dei maestri della cinematografia, italiana e non, dai quali trai ispirazione per la realizzazione delle tue video animazioni?
I film di George Lucas sono tra quelli che più ho amato da bambino; la loro linea sottile tra il cinema e il fumetto mi ha sempre affascinato. Parlando di animazione, invece, Bruno Bozzetto è stato tra quelli che ha influenzato maggiormente i miei primi lavori. Sono molto attratto dalle animazioni di Lorenzo Mattotti, Wes Anderson e Hayao Miyazaki. Attualmente, la mia fonte di ispirazione più grande è Richard Williams che ammiro tantissimo per l’enorme contributo che ha dato al mondo dell’animazione.

Il designer Andrea Branciforti

Odyssey Collection by A. Branciforti – Orolavico – 2021 – ODYSSEY – Ph E. Liggera

L’artista e illustratore Adriano Di Mauro

Frame, Odyssey, 2021, video animazione by Adriano Di Mauro per Orolavico

Frame, Odyssey, 2021, video animazione by Adriano Di Mauro per Orolavico


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