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Andrea Santarlasci. Una leggenda d’amore senza fin...

Andrea Santarlasci. Una leggenda d’amore senza fine

Ai piedi della suggestiva madre Etna, le cui eruzioni hanno fin da sempre regalato un fascino particolare, travolta dalla disastrosa eruzione dell’Etna nel 1669 e dal successivo terremoto del 1693, la città fu quasi interamente ricostruita all’inizio del Settecento, Catania, splendida città d’arte, affacciata sul mar Ionio, resta un esempio indiscusso del barocco siciliano e per questo patrimonio Unesco insieme alle altre città del Val di Noto. Nell’itinerario suggerito ad un qualunque turista, la storia della città si arricchisce dei miti e delle leggende che popolano la tradizione catanese e ne contraddistinguono il patrimonio culturale, fin dalla sua nascita.

Attorno ciò Andrea Santarlasci, artista pisano, classe ’64, ha deciso di creare la sua storia, e di restituirla al territorio catanese, grazie ad un intervento attualmente in vita presso la galleria d’arte contemporanea collicaligreggi, quest’ultima sempre alla ricerca di innovazioni e tendenze al passo dell’arte contemporanea più evoluta.

Santarlasci, che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia e Carrara, fin da subito decide di affrontare temi controversi all’apparenza, ma capaci con un’attenta chiave di lettura di svelare poetiche che dalla fine degli anni ’80 ad oggi hanno smosso l’arte italiana. Spesso le relazioni e le opposizioni che si presentano in uno stesso intervento portano lo spettatore oltre che a curiosare a porsi domande capaci queste di essere risolte solo attraverso un animo sensibile e mai troppo banale. Natura che dialoga con l’artificio dell’uomo. Uno spazio che è luogo che diventa quasi involucro a in cui il visitatore si amalgama dando vita ad un’esperienza del tutto personale. Sensazioni di spaesamento, inquietudine, stupore che non possono che portare allo scoperta.. qualunque essa sia!

La mostra all’interno della galleria collicaligreggi, dal titolo Lacrimae, e a cura di Lorand Hegyi, si sposa col luogo scelto, Catania, città come detto precedentemente di miti e legende, come quella di Aci e Galatea, leggenda che narra del grande amore che univa Aci a Galatea, bellissima ninfa del mare dalla pelle color del latte molto cara agli dei, amore però contrariato dalla gelosia del mostruoso gigante Polifemo con un occhio solo in fronte, il quale dopo il rifiuto di Galatea scagliò sul corpo di Aci un gigantesco masso che lo schiacciò. Appresa la notizia Galatea si reca dove era il corpo di Aci e alla vista del suo amore gli si gettò addosso piangendo tutte le lacrime che aveva in corpo, lacrime senza fine che destarono così tanta compassione verso gli dei che per attenuare il suo dolore trasformando Aci in un bellissimo fiume che scende dall’Etna e sfocia nel tratto di spiaggia dove solevano incontrarsi i due amanti.

Andrea Santarlasci dichiara: “… Il progetto nasce da una riflessione sul luogo. Dalla città di Catania è scaturita l’idea di affrontare ed interpretare i temi e le suggestioni che si intessono con il suo territorio, la storia e le leggende che riguardano i fiumi sotterranei, reali e mitici, acque invisibili, leggendarie, oscure o scomparse, che spesso divengono risonanze metaforiche e ci portano a riflettere e meditare su quesiti universali ed esistenziali dell’uomo, come il dolore e la morte. Valori opposti quali immobilità e scorrimento, colti simultaneamente in una compresenza, saranno ulteriori temi affrontati attraverso la sostanza dell’acqua che diviene, allo stesso tempo, metafora della morte e della vita”.

Statua Aci e Galatea, Acireale

Andrea Santarlasci, Lacrimae, installation view, ph credits Luca Guarneri

Andrea Santarlasci, Lacrimae, installation view, ph credits Luca Guarneri

Un’enorme installazione dunque site specific intitolata Sotto di noi, immobile scorre il tempo, 2018, costituita da un ampio pavimento di legno eroso che ripercorre tutto il perimetro della galleria, dove si apre una rottura, una rovina, una voragine, un vuoto da cui emerge l’acqua profonda e scura, di un possibile fiume sotterraneo. Come il riaffiorare di un qualcosa di nascosto e invisibile, o il materializzarsi della memoria e dell’immaginazione.
Come dichiara l’artista: “Dall’alto cala enigmaticamente una luce, quasi a segnalare il punto di emersione delle acque che affiorano dal sottosuolo lievemente increspate da una leggera corrente, ma allo stesso tempo immobili e circoscritte nel perimetro della galleria, quasi a evocare le acque chiuse di Gaston Bachelard ‘L’acqua chiusa prende la morte nel suo seno. L’acqua rende la morte elementare. L’acqua muore con la morte nella sua sostanza. L’acqua diventa allora un nulla sostanziale. Non si può andare oltre nella disperazione. Per alcune anime, l’acqua è la materia della disperazione’ ”.

L’enorme installazione sarà accompagnata da alcune opere pittoriche, appese a parete, pensate e realizzate dall’artista proprio per questa mostra; opere in cui compaiono parole che sono legate alla storia attorno cui ruota il lavoro dell’artista. L’intervento dunque di Santarlasci regala alla città non solo un’arte nuova, azzardata e audace allo stesso tempo, ma anche traccia del passato, che per una città come Catania, ricca di miti e leggende, risulta come un incantevole richiamo a quel che è stato di certo o a quel che è stato tramandato e attorno a cui ruotano storie e aneddoti dai mille contorni.

Info:

Lacrimae di Andrea Santarlasci – a cura di Lorand Hegyi
dal 3 agosto al 15 ottobre 2018
galleria collicaligreggi
catania, via indaco 23 –  +39 320 8139043 – info@collicaligreggi.itwww.collicaligreggi.it


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