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Complementari. Veronica Montanino all’AICA

Complementari. Veronica Montanino all’AICA

La disseminazione caotica che vuole scardinare il continuum della storia sembra essere stato un tratto specifico della contemporaneità: l’omogeneo fluire del tempo si purifica sotto le sembianze dell’atto iconico dialettico che, riecheggiando Benjamin, si rivela nell’immagine fulminea, dal potere emancipativo, che illumina passato e futuro a partire dalle urgenze del presente. L’immagine dialettica diventa una sintesi del molteplice, che non elimina le contraddittorietà ma anzi le coltiva per le loro potenzialità creative.

La mostra Complementari di Veronica Montanino, curata da Simona Caramia e Andrea Ingenito presso la Galleria AICA di Milano, muove dalla scelta di gettare uno sguardo complesso sugli stati dell’esistenza, a partire dal concetto di dualità. Nell’opera Magenta, un’installazione a parete i cui singoli pezzi possono essere apprezzati anche singolarmente, questa dualità sembra farsi sotto i nostri occhi nella volontà di rendere evidente, e in continua evoluzione, la germinazione degli stati della mente e degli stati di natura, pervenendo alla durezza sintetica ma dolce tipica dell’attività creativa e combinatoria dell’artista stessa.

I colori accessi e una potenza plastica che spinge lo spettatore ad una situazione prossemica di vicinanza dialogano con la generosità fantasiosa e sensuale della mano dell’artista, mentre i delicati inserti figurativi sono legati alle immagini del clan degli Huli, tradizionalmente impegnati in riti ancestrali e magicamente colorati. La dualità si fa anche nel cromatismo rosso-verde. Del rosso mi pare si recuperino i significati antropologici più antichi: vita e morte, prospettiva teleologica e insieme a-funzionale, fecondità e impulso autodistruttivo possono essere ugualmente implicati. Il verde, per quanto bold, ha una funzione di rigenerazione: è la base ideale per la crescita ectoplasmatica dell’opera Trapezio.

Vero e proprio Circus Naturae, Trapezio dialoga con la tradizione dell’allegoresi barocca: opera fluttuante e metamorfica, il fitomorfismo malinconico qui in gioco rompe con la prospettiva escatologica di pretesa universalistica del classicismo per esplorare l’immanenza caduca del mondo. Con la frammentarietà portata a sintesi, la falsa apparenza della totalità si consegna alle radici rovinose della molteplicità disordinata e complessa della vita umana. Altalena fragile e ipnotica, Trapezio implica le possibilità oscillatorie e instabili delle formule di pathos warburghiane: è un lavoro psichico quello che convoglia il pathos della scena, l’annuncio di una complicazione primordiale che si dà attraverso la vicinanza dialettica e la coabitazione.

D’altronde nella sua ultima opera, l’atlante iconico Mnemosyne, Aby Warburg volle ribattezzare il settantanovesimo pannello come una vera e propria “insalata di immagini”. Nell’apparente mancanza di senso di quella giustapposizione di atti iconici – si potrebbe dire il trionfo dell’intertesto – stava tutta la portata euristica delle sue Pathosformel; ecco lo scandalo che rompeva con la quieta grandezza dell’estetica winckelmaniana: che l’ornamento mosso della Smashing Girl di Pipilotti Rist poteva diventare l’erede delle vesti mariane del Compianto di Niccolò dell’Arca, che una menade invasa dal furore della ritualità potesse trasformarsi in una Maria Maddalena quattrocentesca ai piedi della croce di Cristo.

Qui, a Milano, il ritmo ornamentale dolce e instabile delle opere della Montanino segue il corso silenzioso e inarrestabile della potenza germinatrice dell’arte, che non conosce linearità asfittica ma contaminazione e ibridismo. La mostra è accompagnata da un catalogo.

Info:

Veronica Montanino. Complementari
25 settembre – 9 ottobre 2019
Da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00
Galleria Andrea Ingenito – AICA, Milano
Via Privata Massimiano 25

Veronica Montanino. Complementari

Per tutte le immagini: Veduta di alcune opere presenti alla mostra “Complementari” by Veronica Montanino alla Galleria Andrea Ingenito Milano. Courtesy Veronica Montanino e AICA Gallery


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