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Daniela Comani. The Beginning / The End

Daniela Comani. The Beginning / The End

Alla Galleria Studio G7 sarà visitabile fino al 20 febbraio la mostra “The Beginning / The End”, un progetto inedito di Daniela Comani che raccoglie una collezione di 424 citazioni tratte dalla narrativa classica, contemporanea e di genere. L’artista ha selezionato 212 romanzi italiani e stranieri, da ciascuno dei quali ha estrapolato la frase iniziale e quella finale. Disponendo questi frammenti letterari sul suo tavolo di lavoro, ha poi composto una nuova storia come se fosse un collage, mettendo gli inizi in connessione logico-narrativa e ordinando la sequenza delle fini in modo speculare. In questo atto di appropriazione Comani approfondisce in modo capillare la sua decennale ricerca sulla manipolazione del racconto, al centro anche di altri importanti progetti realizzati nel corso della sua carriera, come “Sono stata io. Diario 1900-1999” (2002) o il ciclo “Novità editoriali” (2007 – in corso). Anche qui il cuore del progetto è un libro, in questo caso da leggere in due versi, dove il racconto degli inizi si incontra a metà con quello delle fini. Come nelle serie precedenti le alterazioni di significato operate dall’artista innescano una proliferazione di narrazioni alternative, che nel testo originale sono già implicitamente latenti, ma invisibili, perché imprigionate nelle maglie semantiche del linguaggio e dei suoi più o meno coscienti presupposti culturali e ideologici.

Le due storie che compongono “The Beginning / The End” si snodano negli spazi di intersezione e sovrapposizione spregiudicatamente individuati da Daniela Comani e danno vita a una lettura senza fiato e potenzialmente infinita, che mette a dura prova la capacità di orientamento del lettore. Il processo, fondato su associazioni estetiche, letterarie e logiche misteriosamente pertinenti nella loro arbitrarietà, finisce per mettere in discussione la nostra fiducia nell’utilità del linguaggio nel circoscrivere, disciplinare e inquadrare la molteplicità degli accadimenti della vita e del pensiero, evidenziando come esso sia conseguenza di una costruzione mentale in cui la soggettività è sempre preponderante. Ma, al tempo stesso, l’avvincente coesione delle due sequenze di frammenti letterari crea un’impressione di ineluttabile circolarità, attraverso la quale trapela un’idea di esattezza e predestinazione che fa superare ogni riserva razionale in nome di una rinnovata fede nella parola come efficace strumento di verità e di conoscenza. La complessità del progetto non impedisce a Daniela Comani di divertirsi, anzi l’essenzialità formale della grafica del libro (e degli altri due lavori in mostra che ne derivano) sembra enfatizzare anziché nascondere la sua sorniona propensione per gli accostamenti ironici e spiazzanti e il suo completo disinteresse per ogni facile opportunismo combinatorio.

La lettura offre una serie di preziosi divertissements, come la contiguità dei primi versi del Vangelo secondo Giovanni e l’incipit de Il tamburo di latta di Günter Grass, in cui il soggetto narrante racconta di essere ricoverato in manicomio sotto la costante osservazione di un infermiere attraverso lo spioncino della porta, oppure la consequenzialità tra le viscide esaltazioni sentimentali di Humbert Humbert in Lolita, e la lapidaria constatazione maschilista con cui Ian Fleming conclude Casino Royale. La collisione tra questi (e altri) universi di senso originariamente distinti è sostenuta da una scansione temporale che riesce a essere impeccabile nella sua apparente aleatorietà, come si evince ad esempio dal puntuale susseguirsi delle stagioni, dei mesi e delle fasi del giorno nel racconto degli inizi (che comincia in un’alba d’estate e termina in primavera). Attraverso la manipolazione di Daniela Comani la singolarità di ciascun singolo evento narrativo diventa una componente esatta ma intercambiabile di un testo polifonico che trasforma la lettura, e potenzialmente tutto il patrimonio narrativo della cultura universale, in un flusso ininterrotto, omogeneo e camaleonticamente adattabile. E forse ancora più sorprendente è notare poi come nella campionatura dei testi selezionati dall’artista la fine non sia mai definitiva, ma quasi sempre elusa da parole che esprimono un dubbio, un’aspettativa o un’attesa, come se fossero altrettanti preludi di possibili sviluppi futuri ancora da raccontare.

Il libro, stampato in edizione limitata in formato tascabile, esplicita la struttura dell’intuizione dell’artista e il suo metodo liberamente filologico, basato su procedimenti chirurgici di condensazione e spostamento che generano sempre una riscrittura delle fonti di partenza. Come negli altri progetti citati, anche in “The Beginning / The End” il testo scritto, dopo essere diventato un nuovo libro, viene tradotto visivamente in altri linguaggi espressivi che scollano ulteriormente la convenzionalità delle parole, in quanto elementi di un codice linguistico che ormai sospettiamo non essere più tanto univoco, dalla loro seppur minimale componente grafica e formale. Nei due lavori che completano la mostra, infatti, le parole assumono una valenza ontologicamente ambigua anche al vaglio di un’osservazione empirica, per diventare elementi spaziali e compositivi, oltre che concettuali, e in ultima istanza persino oggettuali. Nella prima coppia di lavori esposti in galleria, due manifesti stampati che riportano, rispettivamente, la sequenza degli inizi e quella delle fini, l’artista con impercettibili aggiustamenti di spaziature e adattamenti grafici crea l’illusione che i due racconti contengano quasi la stessa quantità di caratteri, mentre nelle tre grandi tele che campeggiano sulla parete opposta il racconto si frammenta nelle sue ramificazioni linguistiche e assume la fittizia tridimensionalità di una collezione di schede di catalogo cartacee in cui si materializza l’ossessiva fedeltà di Daniela Comani al dato di fatto che sistematicamente sembra voler tradire e neutralizzare. E proprio questa capacità di perseguire una strategia di intervento minimalista per ottenere eclatanti ribaltamenti di prospettiva è, a mio avviso, la cifra espressiva che contraddistingue il suo linguaggio nel panorama artistico contemporaneo, pienamente ribadita dalla mostra in corso.

Info:

Daniela Comani. The Beginning / The End
11 dicembre 2020 – 20 febbraio 2021
Testi critici a cura di Matteo Bergamini e Veronica Santi
Galleria Studio G7
Via Val D’Aposa 4/A, Bologna

Daniela Comani, THE BEGINNING THE END / L’INIZIO LA FINE, exhibition view, courtesy Galleria Studio G7, Bologna, foto Alessandro Fiamingo

Daniela Comani, The Beginning / The End, 2020, pigment print su Photo Rag, due elementi, cm 70×50 cad., ed.5, Courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna. Foto Alessandro Fiamingo

 


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