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Il confine delle voci. Prospettive plurali nell...

Il confine delle voci. Prospettive plurali nell’arte contemporanea argentina

In occasione di Rome Art Week, progetto che coinvolge l’intera città attraverso la partecipazione di gallerie d’arte, studi d’artista aperti al pubblico e musei, l’Ambasciata Argentina in Italia, in collaborazione con la Camera Argentina delle Gallerie d’Arte Contemporanea (Meridiano) ha inaugurato la mostra “El borde de las voces. Perspectivas plurales en el arte contemporáneo argentino” (Il confine delle voci. Prospettive plurali nell’arte contemporanea argentina), che resterà aperta al pubblico fino al 25 novembre 2021.

Attraverso vari linguaggi e mezzi espressivi, la collettiva riunisce diverse generazioni di artisti che contribuiscono a decostruire il senso comune, porre domande e smontare stereotipi con la propria visione del mondo.

Il titolo della mostra è stato ispirato dai saggi della scrittrice e poetessa Siri Hustvedt, raccolti nel libro “La Mujer que mira a los hombres que miran a las mujeres” (La donna che guarda gli uomini che guardano le donne) in cui dichiara: “Sono una grande amante dell’arte, delle discipline umanistiche e delle scienze. Sono una scrittrice e una femminista. Sono anche un’appassionata lettrice le cui opinioni sono state e sono continuamente riconsiderate e modificate da libri e articoli provenienti da vari campi del sapere. Sono certamente piena di voci di altri autori, non sempre armoniche”.

Le opere di Lisandro Arévalo (Rosario, 1973), Matías Ercole (Buenos Aires, 1987), Laura Ojeda Bär (Buenos Aires, 1986) e Malena Pizani (Caracas, 1975) riflettono questo spirito e rappresentano le voci di una scena artistica spiccatamente contemporanea attraverso video e dipinti molto diversi tra loro, sia dal punto di vista formale, sia della tematica affrontata da ciascuno degli artisti.

Sono inoltre esposte le opere di due artisti che ritraggono la vitalità del clima intellettuale tipico degli anni Sessanta e Settanta. Una di queste opere è la raccolta fotografica delle performance di Alberto Greco (Buenos Aires, 1931 – Barcellona, ​​1965) – che testimonia la sua esperienza in Italia – composta da momenti catturati dal celebre fotografo d’arte Claudio Abate (Roma, 1943 – 2017). A quel tempo, Greco disegnava cerchi di gesso sul marciapiede attorno alle persone e poi li firmava, rendendo la scena un’opera d’arte, riecheggiando con questa modalità una certa posa alla Piero Manzoni. Queste azioni sono state denominate “Vivo-Dito” e hanno dato vita a una nuova modalità di sperimentazione artistica risignificando gli spazi urbani e rurali.

Infine, sono esposte anche le sculture di Carlos Carlé (Argentina 1928 – Italia 2015) per celebrare la convergenza tra arte e artigianato con una serie di dieci pezzi prodotti ad Albissola, città dove si stabilì nel 1976. In quella città Carlé è stato insignito dell’“Oscar della ceramica” dal Museo di Albissola Marina, località famosa per l’intensa attività artistica in questo campo. Le opere di questo artista, nato a Córdoba (Argentina), sono una rappresentazione dello stretto legame culturale tra Argentina e Italia.

Ana Laura Esposito

Info:

El borde de las voces. Perspectivas plurales en el arte contemporáneo argentino
25/10/2021 – 25/11/2021
Opening hours: 1 – 6 pm
Casa Argentina en Roma
Via Veneto 7, 2nd floor, Roma

Lisandro Arévalo, Dioses, 2020, still from video, Courtesy Gabelich Contemporáneo

Malena Pizani, Tres Rayas, 2017, still from video, Courtesy Selvanegra Galería

Laura Ojeda Bär, Morris Robert Black Felt 1984, 2021, courtesy Moria Galería


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