L’arte totale di Claudio Massini

Claudio Massini, artista dell’arte totale e globale, nasce a Napoli, nel 1955. A Napoli consegue il diploma di pittore presso la Reale Accademia di Belle Arti. Anima avversa a teorie e pratiche di quanti hanno caro lo “shock del nuovo”, spirito indagatore, anche se poco disposto a deviare più del lecito dal proprio cammino di conoscenza, egli ha solcato con il peso della sua opera anni di mode e tendenze, correnti e ismi vari, sempre alla ricerca del giusto modo di stabilire il rapporto tra forza impositiva dell’immagine e coerenza stringente del pensiero.

Claudio Massini, I sette centri, 2001/2007, 25 x 50 cm

Riguardo al suo esordio sul palcoscenico del sistema artistico, ricordiamo: “Ambiente come sociale”, Biennale di Venezia, 1976; “Duello”, Lucio Amelio, Napoli, 1989; “Paysages”, Museo Revoltella, Trieste, 1994; “L’altra metà del cielo”, Rupertinuum, Salzburg, 2000; Galleria d’arte moderna, Bologna, 2003; Mücsarnok  Kunsthalle, Budapest,  e via dicendo. Operare sulla ricomposizione, operare sulla forma che diviene sostanza, sul pensiero che si fa forma, sull’estetica che si attorciglia all’artistico è l’immane compito che si è assunto Claudio Massini. I suoi lavori più recenti sono incentrati sul piano di segni forti e ben riconoscibili senza per questo essere simbolisti, e incarnano i termini della divergenza senza guardare alla decadenza del modello. Qualsiasi modello, dato che la storia è maestra. La storia è quindi il punto di riferimento e non il caso, né il caos, sebbene anche alla storia venga dato un senso, ovvero le ali che la possano trasportare nella nostra quotidianità.

Claudio Massini, Prima della storia, 2008, 23 x 50 cm

Ecco, allora, che i suoi quasi-encausti, sono segnati da alcuni inconfondibili elementi che ne determinano il linguaggio: la ripartizione del modulo che accorpa (o accompagna) il modello iconografico; il volume che eccede sulla superficie piatta; il solco che disegna e definisce la pittura; la linea che lotta con la configurazione plastica; la preziosità della materia che non viene mai ostentata eppure è sempre presente; gli effetti a macchia che rinviano all’idea di mondi galattici da cui l’immagine si sprigiona.

Claudio Massini, I fiori della logica, 2009, 17 x 32,5 cm

Claudio, tu ha iniziato la tua formazione a Trieste, ma poi hai completato gli studi a Napoli; che cosa ha significato per te questo cambio di orizzonte?
Trieste impedisce di essere in maniera diversa di come l’esistente vuole che tu sia e quindi, in un certo senso, la città ti mette in ordine e ti organizza alla certezza del piccolo passo. All’incontrario Napoli, negli anni Settanta, viveva di altri registri; perciò mi trovai rigettato in un mondo che, per dirla in una sola parola, mi parve caotico. Sono proprio agli antipodi queste due città, ma la libertà che mi offrì Napoli non la trovai più da nessun’altra parte. Napoli, in quegli anni, grazie alla presenza di figure mitiche come Lucio Amelio, Lia Rumma e Giuseppe Morra, era una città dove accadevano avvenimenti artistici internazionali. Lì ho trovato una umanità gigantesca e una grandezza di cui non ho visto né inizio né fine. Quella fucina incredibile ti poneva di fronte a domande profonde. Lì ci si doveva confrontare giorno dopo giorno con il lavoro di Beuys, di Merz, di Acconci, di Nitsch, di Warhol, di Gilbert & George, e tutto ai massimi livelli di perfezione e qualsiasi evento appariva normale, quotidiano, assolutamente logico e necessario.

Claudio Massini, Caos gentile, 2009, 100 x 200 cm

Sebbene tu abbia iniziato il tuo percorso con interventi estetici sul territorio e con successivi sviluppi, il tuo lavoro attuale è principalmente pittorico; che cosa vuoi realizzare o affermare con queste opere?
Io lavoro con l’immagine e, per me, adoperare gli strumenti della pittura o quelli della fotografia, è del tutto indifferente. Quello che mi importa è che il senso interno dell’immagine rimanga forte. Io calibro questa forza dando grande attenzione a tutte quelle componenti che spesso vengono messe in secondo piano da tanti autori contemporanei: la forte sostanza, una equilibrata compostezza, una tenace curiosità, la forza vitale, l’eccellente qualità esecutiva.

Claudio Massini, Matrimonio levantino, 2021/2022, 160 x 240 cm

Ci puoi dire qualcosa dei tuoi temi pittorici?
Con le nature morte, gli intrecci odorosi del caffè, i fiori e le coroncine, gli interni e le fiale, i firmamenti, i velieri e i traghetti e le barche, le anfore e gli otri, gli interni e i panorami, desidero riaffermare la componente metastorica del soggetto. Siccome i miei temi appartengono alle immagini più consumate della storia dell’arte, a una lettura superficiale possono sembrare consueti, ma in realtà hanno un nuovo coraggioso ruolo che è la vitalità.

Claudio Massini, XXI secolo, 2009/2010, 200 x 400 cm

E di questa impegnativa mostra che hai approntato per la Galleria Forma di Parigi che cosa ci racconti?
La prima e più importante cosa da dire è che questa è una mostra di Chloé Perrin: è lei che in tre anni ha selezionato i miei lavori dal 2007 ad oggi, incarnando il suo senso dell’eleganza con sguardo internazionale e severo. Chloé ha scelto la Galleria Forma per la natura accorta e sobria degli allestimenti. E poi Parigi, scenografia e coacervo di tanti maestri dell’arte, della moda, della letteratura e di quella gioia di vivere che rende evento ogni proposta… la mia vive in 21 dipinti.

Roberto Vidali

Info:

Claudio Massini, Le Charme de la Raison
a cura di Chloé Perrin
07/09/ 2023 – 23/09/2023
Galerie Forma
127 rue de Turenne, Paris
clo@cloperrin.com
info@forma.paris
www.forma.paris


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