La National Gallery of Canada, si trova a Ottawa, Ontario, ed è uno dei musei più importanti del Canada. Il museo è situato in una struttura di vetro e granito sul Sussex Drive con una vista sugli edifici della collina del Parlamento. Quando il museo fu fondato, nel 1880, la sua collezione consisteva semplicemente in una lunga sequenza di quadri paesaggistici del 19° secolo; circa 140 anni più tardi la collezione si è estesa fino a superare le 75mila opere, a cui va aggiunta una biblioteca e l’archivio. Dal 2019 Sasha Suda è il direttore e CEO della National Gallery of Canada, e fin da subito ha cercato di dare rilievo e di attualizzare i temi dell’attività espositiva, cercando collegamenti e contatti tra mondi culturali diversi. Ecco perché, in questa ottica, la collezione va oggi rivista in una rilettura continua, là dove il passato possa trovare dei ponti di passaggi nella contemporaneità, senza perciò fermarsi al semplice godimento estetico di un manufatto; per dirla in altre parole: “The works of art reveal the past, celebrate the present, and probe the future. The collection must be expanded, preserved, interpreted, and used extensively by the public for pleasure and understanding, for research and the advancement of knowledge”.
Al momento, il museo (che rimane aperto al pubblico secondo i più rigidi criteri di sicurezza anti-pandemia) ospita la mostra “The Faithful” di Moyra Davey, una delle artiste canadesi più innovative e concettuali.
La mostra accoglie 54 fotografie e 6 film, e alcune di queste opere sono già parte della collezione museale. La mostra è stata progettata dal curatore Andrea Kunard assieme all’autrice, nell’intento di sviluppare un filo storico, che possa dare uno sguardo d’insieme di tutta la sua produzione.
Le sue prime immagini riguardavano parenti e amici fino ad arrivare agli aspetti più marginali e comuni della vita quotidiana, riscontrabili, per esempio, nella “documentazione” di bottiglie vuote di whisky o nelle pile di dischi. Una delle sue prime serie, “Copperheads” (1990), presentava primi piani ingranditi di monete da un centesimo consumate, volendo con ciò riflettere sull’impatto dell’agire umano sugli oggetti di uso quotidiano. Poi, poco dopo il 2010, l’autrice ha cominciato a concentrarsi su produzioni cinematografiche alternative (“Les Goodesses”, “Hemlock Forest”, “I Confess”, “Notes On Blue”, “The Wedding Loop”, “Home Avenue”). I suoi filmati sono riflessioni sulla natura dell’esistenza, del pensiero e della condizione umana, dove unisce le sue esperienze con quelle di noti artisti, scrittori e filosofi. In questo senso i filmati divengono dei montaggi di immagini in movimento che incorporano una narrazione personale e che funziona quasi come un monologo interiore. Per esempio, nel film “I Confess” (2019) l’autrice ci fa riflettere, in una specie di album della memoria, su aspetti della sua vita in Quebec negli anni Settanta e Ottanta, dove il prima si scontra con il dopo e il ricordo rifluisce nelle considerazioni altrui.
Nata a Toronto, nel 1958, Moyra Davey vive al momento a New York e nel suo curriculum vanta un bel pacchetto di mostre museali; ne ricordiamo qualcuna: Kunsthalle Basel, Switzerland (2010); Tate Liverpool (2013); ICA, Philadelphia e Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien (2014). Ultima quella della National Gallery of Canada.
Fabio Fabris
Info:
Fino al 3 gennaio 2021
“The Faithful”
Moyra Davey
National Gallery of Canada
380 Sussex Dr, Ottawa
info@gallery.ca
Moyra Davey, vista di una sala della mostra “The Faithful”, ph courtesy National Gallery of Canada
Moyra Davey, vista di una sala della mostra “The Faithful”, ph courtesy National Gallery of Canada
Moyra Davey, Faithful, stampa fotografica, ph courtesy National Gallery of Canada
Moyra Davey, Subway Writers, stampa fotografica, ph courtesy National Gallery of Canada
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