Antonello Ghezzi. Amore libera tutti

Il duo artistico, formato da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, torna alla Galleria ME Vannucci di Pistoia con una personale a cura di Manuela Valentini. È Amore libera tutti il titolo dell’esposizione – visitabile sino al 14 febbraio – che trasforma gli ambienti post-industriali della galleria in una poesia d’amore. Al posto delle parole, 13 opere che invitano a riflettere sul valore universale dell’amore come legame tra le persone. In un momento delicato come questo, le installazioni esposte acquisiscono un significato ancora più profondo: diventano ponti per accorciare le distanze.

Emblematica di questo è sicuramente l’installazione Stringere lo spazio (di me e te) (2020), una parete piena di piccole sculture in terracotta realizzate durante una performance svoltasi la scorsa estate, durante la quale le persone, riunite due per volta, hanno stretto tra le mani un frammento d’argilla. Le impronte tangibili delle relazioni affettive sono così diventate opera d’arte.

Il sentimento è in mostra sotto forme diverse. È romanticismo, è leggerezza, è purezza. E chi meglio dei bambini riesce a vivere candidamente e senza vergogna tutto questo? All’infanzia fa riferimento il titolo della mostra, che prende spunto dal gioco del nascondino, ma non solo. Anche le Altalene (2020) che presentano incise su degli specchi frasi come Sempre Insieme (2020), Spingiamoci Oltre (2020) e Tienimi Forte (2020).

Lo specchio è l’elemento ricorrente nelle opere dei due artisti.  Scrivimi (2020), ad esempio si compone di uno specchio incastonato in una finestra e di uno scrittoio in legno. È lo specchio stesso a invitare lo spettatore a sedersi per scrivere una lettera che il gallerista poi provvederà a spedire.  Un gesto semplice, quasi controtendenza nell’era digitale che viviamo, che invita a fermarsi per imprimere, nero su bianco, sentimenti spesso inespressi.

Anche Attesa dell’amore (2020) ha come protagonista uno specchio, non uno qualunque però. In questo caso gli artisti hanno ridato vita ad uno specchio ritrovato recentemente dai proprietari della galleria in un vecchio deposito e che, negli anni ’20, arredava la sala d’attesa della Stazione Ferroviaria di Pistoia. E il simbolismo è forte e chiaro: quanti incontri e quanti addii si saranno riflessi su quella superficie?

All’arte è attribuito il compito di trasportarci in un universo altro fatto di sogno, fantasia, poesia. Un universo in cui l’amore è gioco, è antidoto, è libertà.

Abbiamo posto alcune domande direttamente agli artisti.

Ornella D’Agnano: Quando nasce Amore libera tutti? Quanto ha influito il momento d’emergenza che stiamo vivendo sul progetto e sulla realizzazione delle opere?
Antonello Ghezzi: Amore libera tutti nasce molto tempo fa, quando la Galleria Vannucci stava aprendo il nuovo bellissimo spazio di Pistoia. Desideravamo realizzare delle opere che avessero l’Amore come tema. Era quasi due anni fa, andavamo in macchina a raccontare le prime idee, prima fra tutte, lo scrittoio per scrivere lettere d’amore. Non immaginavamo che sarebbe arrivata una pandemia che ci avrebbe resi tutti più soli, lontani e fragili. Questo momento influisce nei nuovi significati che le opere acquistano, come spesso accade, come se fossero passati decenni dalla loro nascita.

Stringere lo spazio (di me e te) è un’installazione composta da una serie di piccole sculture in terracotta ed è il risultato di una performance, tenutasi l’estate scorsa, che ha coinvolto il pubblico chiamato in coppia a stringere tra le mani un frammento d’argilla. Come è stato per voi e per il pubblico tornare – dopo il primo lock-down – a una forma così tangibile di contatto, per altro destinato a divenire opera d’arte?
Quando abbiamo ideato questo progetto ci premeva che l’apice della performance, mentre le due persone si stringono le mani, fosse un atto solenne, come un matrimonio laico, una promessa ufficiale dove i cerimonieri sono gli amanti stessi. Potersi incontrare e toccare nuovamente dopo il primo lock-down ha regalato questa sacralità. Stringersi le mani e riavvicinarsi è stato vissuto come una cosa veramente importante. In seguito è stato bellissimo lasciarsi abbandonare alla contemplazione di tutte quelle piccole sculture, colorate e piene di forme che evocano dita, palmi, impronte, anelli, corpi in fin dei conti, ma soprattutto lo spazio fra due persone che come due calamite si attraggono l’un l’altra e vanno a cancellare quello spazio.

Spesso le vostre sono opere relazionali. Penso soprattutto a Stringere lo spazio (di me e te) (2020), ma anche alle Altalene (2020) o a Scrivimi (2020), opera che si compone di uno specchio e di uno scrittoio e che invita lo spettatore, munito di carta e penna, a scrivere una lettera da inviare realmente ad una persona cara. L’altro è fondamentale nel vostro lavoro. Come è stato e come è per voi far fronte alla condizione di distanza e di chiusura cui siamo costretti? 
Se pensiamo ai grandi progetti che abbiamo realizzato, la nostra porta che si apre al sorriso sarebbe ostacolata dalla mascherina, nelle performance collettiva per abbattere i muri del mondo dove come unica arma avevamo scelto miriadi di persone mentre soffiano bolle di sapone, ora ci arresterebbero per procurata epidemia! L’altro è sempre stato davvero fondamentale in tutti i nostri lavori, ma l’altro non è sparito. L’apertura della mostra il 19 dicembre è stata un atto di coraggio che abbiamo condiviso con il gallerista Massimiliano Vannucci, ma anche una forma di resistenza poetica.  È in nostro potere di farlo, come pure poter immaginare e sottolineare una volta di più il nostro amore per le relazioni, questo ci è concesso e lo faremo. Amore libera tutti e l’Arte salva, aggiungerei.

Di frequente i vostri lavori sono site-specific. In questa occasione, esponete nella Galleria ME Vannucci di Pistoia, uno spazio post-industriale che per diverso tempo è stato sede dell’azienda Storai. Quanto è importante per voi lo spazio entro cui operate? Quanto questo influenza o ispira la vostra produzione?
Gli spazi della galleria sono bellissimi, abbiamo potuto far scendere le altalene da un soffitto altissimo, come fossero pendoli di Foucault. Quando cala la sera mettiamo Billie Holiday, Duke Ellington, George Gershwin e le facciamo ballare. Allora esce la magia. La presenza dell’officina si sente, le tracce sulle pareti, sul pavimento, ma sono più vivide le atmosfere lasciate dalle ultime mostre, la presenza prima di noi di Sandra Tomboloni, di Luigi Mainolfi, Luca Caccioni, Fabrizio Corneli… È come se ognuno avesse lasciato della polvere luminosa che si può sentire. E a proposito di polvere e di spazi evocativi, abbiamo avuto un grande privilegio, quello di intervenire su un grande specchio che è stato dal 1851 nella sala d’attesa della stazione di Pistoia per divenire ora l’opera “Attesa dell’amore”.

Nel titolo – che rievoca il gioco del nascondino – e in tutte le opere presenti in mostra è intrinseco un senso di poetica leggerezza. Una leggerezza che fa pensare alle parole di Calvino: “non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Un modo delicato e sensibile di far emergere e portare alla luce valori che ci accomunano tutti. Lanciate un messaggio di forte positività. È questa, secondo voi, la chiave per reagire alla difficile situazione contemporanea? È l’amore la risposta?
Amare e immaginare possono essere sinonimi. Far succedere ciò che di solito esiste solo nelle favole nasce da un nostro grande bisogno, il nostro lavoro ci permette di inventare mondi diversi per quando le cose sono troppo brutte o troppo difficili. E l’arte è in fondo un grande atto d’amore.

Ornella D’Agnano

Info:

Antonello Ghezzi. Amore Libera Tutti
19/12/2020 – 28/03/2021
Galleria ME Vannucci
Via Gorizia 122, Pistoia

Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, ph. Carta Bianca

Antonello Ghezzi. Amore libera tuttiAntonello Ghezzi, Amore libera tutti, installation view. Nella foto: “Sempre insieme”, 2020; “Stringere lo spazio (di me e te)”, 2020; “Attesa dell’amore”, 2020. Ph Massimiliano Vannucci

Antonello Ghezzi, Amore libera tutti, installation view. Nella foto: “Sempre insieme”, 2020; “Scrivimi”, 2020. Ph Massimiliano Vannucci

Antonello Ghezzi, Attesa dell’amore, 2020, specchio e cornice antica, 226 x 150 cm. Ph Fabrizio Romano

Antonello Ghezzi, Scrivimi, 2020, finestra, legno, specchio, 150 x 177 cm. Ph Massimiliano Vannucci

Antonello Ghezzi, Stringere lo spazio (di me e te), 2020, terracotta dipinta, dimensioni ambientali. Ph Massimiliano Vannucci


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