Back to Nature 2021

Dal 12 maggio al 25 luglio 2021 il Parco dei Daini e il Museo Carlo Bilotti di Roma ospitano la seconda edizione del Festival Back to Nature, il primo progetto coordinato di istallazioni di arte contemporanea allestite nel parco di Villa Borghese. Promosso dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Costantino D’Orazio, il progetto si avvale della collaborazione con il Conservatorio di Musica Santa Cecilia per il programma di performance musicali previste per il periodo di apertura. Il successo della prima edizione, tenutasi nell’autunno 2020, sottolinea il rinnovato e diffuso interesse per l’arte contemporanea, ma anche la necessità di arricchire il rapporto della collettività con il patrimonio storico e naturale della capitale attraverso incursioni contemporanee che possano suggerire nuovi spunti, riflessioni e usi. Una strategia di valorizzazione della città che passa attraverso l’arte e che va considerata un’occasione per l’arte contemporanea di farsi conoscere da un pubblico più vasto e per la città di caricarsi di inediti significati nel difficile tentativo di inseguire la complessità del reale.

Back to Nature intercetta la tendenza che vede oggi il pubblico interessarsi sempre più all’arte quando lascia i suoi contenitori tradizionali, quali musei, sedi istituzionali e gallerie, per relazionarsi con lo spazio urbano e/o naturale. Le istallazioni sono pensate per essere esposte all’aperto, incontrare i frequentatori del parco e costruire un nuovo rapporto con i suoi elementi. Alcune lo stabiliscono con il terreno, gli alberi, l’acqua e il cielo, altre si misurano con le architetture presenti che per l’occasione si fanno scenografia. Fertile diviene così per artisti e visitatori l’interpretazione del rapporto tra arte, natura e architettura. Il festival consente al visitatore di riscoprire il parco e al parco di trovare una nuova e inaspettata, seppur temporanea, identità. L’invasione dello spazio urbano offre l’opportunità all’arte di incontrare l’osservatore in modo inatteso (per quest’ultimo) e di sorprenderlo, insinuandosi silenziosamente, in questo caso, nella sua giornata, riuscendo a intercettare un pubblico eterogeneo e a volte disinteressato all’arte contemporanea.

Gli artisti sono portati a esprimersi al di fuori dell’inflazionato e asettico white cube: a loro è stato chiesto di pensare opere site specific, in cui non è consentito trascurare il contesto, ma al contrario è necessario considerarlo, entrando in empatia con esso, rendendolo protagonista, oppure ignorandolo consapevolmente o ancora entrando in aperta contraddizione con esso. Back to Nature non si muove sul piano della facile provocazione, della spettacolarità o del forte contrasto, ma nella ricerca di continuità e armonia con la natura, di sensibilità per l’attualità e per il sociale, esprimendosi attraverso un linguaggio contemporaneo. Un festival che nelle prossime edizioni, ci si augura, possa conquistare spazio e rilievo internazionale, invadendo altre aree del parco stesso e della città e perché no anche quei muraglioni del Tevere che felicemente nel 2016 accoglievano i murali dell’artista sudafricano William Kentridge.

Tra gli artisti presenti Loris Cecchini con Arborexence, costituita da 350 elementi di acciaio, estende artificialmente la chioma di un albero moltiplicandone il movimento di ascensione verso l’alto e la riflessione della luce. Leandro Erlich con Window & Ladder ci offre uno spettacolo surreale: una finestra sospesa si apre su una dimensione sconosciuta, accessibile tramite una scala metallica. Giocando sul concetto di limite, invita lo spettatore a mettere in discussione lo spazio che lo circonda. Giuseppe Gallo con Eroi, sculture simili a sedie con gambe tremule ed esili, ispirate alle forme del mondo vegetale, ci fa riflettere al tempo stesso su fragilità e forza degli eroi contemporanei. Staccando l’ombra da terra #1 e #2 di Marzia Migliora è un’opera sonora interattiva, che trae ispirazione da un ciclo di incontri tra l’artista e un gruppo di donne in carcere, in cui canne da organo di acciaio sono disposte a riprodurre le sbarre delle celle. Migrante di Pietro Ruffo è una figura d’uomo disegnata, metafora di speranza, che, emersa dall’acqua e tracciata nell’aria, si perde nel verde brunito degli alberi. Assembly di Marinella Senatore riproduce un palcoscenico che, ispirato ai disegni delle luminarie, cita Samuel Beckett: “Dance First, Think Later”, invitando alla partecipazione. Tomas Saraceno è presente con il progetto digitale How to hear the universe in a spider/web: a live concert for/by invertebrate rights che consente a chi trova e fotografa un ragno all’interno del parco di accedere al concerto arricchito dalle campionature dei suoni dell’universo in dialogo con le strutture delle ragnatele. Michelangelo Pistoletto sarà protagonista dell’istallazione visitabile a partire da metà giugno a Piazza di Siena che vedrà 100 panchine adottate da donatori disposte a formare il simbolo del Terzo Paradiso.

Estensione del Festival Back to Nature è la mostra Arte e Natura all’interno del Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese a cura di Antonia Arconti, Ileana Pansino e Daniela Vasta che indaga il rapporto tra questi due grandi temi proponendo una selezione di opere che provengono dalla collezione capitolina e attraversano tutto il Novecento sino ai giorni nostri. Tra gli artisti coinvolti: Gianfranco Baruchello, Alfredo Jaar, Olivo Barbieri, Maria Lai, Giulio Turcato e Renato Mambor. Si segnala inoltre una piccola sezione di videoarte dedicata all’acqua, protagonista del dibattito in difesa dell’ambiente.

Vittoria Silvaggi

Info:

http://www.sovraintendenzaroma.it/content/back-nature-0

Giuseppe Gallo, Eroi, 2006. Foto Vittoria Silvaggi

Leandro Erlich, Window and Ladder – Città Eterna. Foto Vittoria Silvaggi

Marinella Senatore, Assembly, 2021. Foto Vittoria Silvaggi

Marzia Migliora, Staccando l’ombra da terra, 2021. Foto Vittoria Silvaggi


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