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Horror Vacui et Amor Pleni. Un labirinto in cui pe...

Horror Vacui et Amor Pleni. Un labirinto in cui perdersi per poi ritrovarsi

Nello scenario odierno l’artista cerca di creare stupore ed estasi, spesso anche choc, disgusto e addirittura fastidio. L’artista rappresenta lo specchio della ‘nostra epoca’, quella che viviamo, facendosi testimone di un processo di evoluzione più o meno intriso di positività. Punti fondamentali dell’arte contemporanea risultano allora la visione, il guardare, l’osservare; un contemporaneo che mette lo spettatore di fronte a qualcosa che non riesce a comprendere perché non immediato, perché sembra che parli un linguaggio cifrato e indecifrabile.

Horror vacui, la paura del vuoto – Amor Pleni, il tutto Pieno, di Barbara Giummo, nasce a seguito di una ricerca che l’artista ritrova nell’ambivalenza degli opposti a cui ad ogni significato sta un relativo contrario e ciò permette di non restare mai fermi su una stessa idea/posizione. La ricerca artistica dell’artista si basa sull’astrazione informale e nell’ultimo anno si è sviluppata nella serie Horror vacui – Labyrinth.

La fluidità dell’acrilico permette un gesto veloce e automatico, attraverso il quale realizza più pezzi in poco tempo, grazie alla stesura rapida e poco precisa del colore. Colori mai troppo lontani l’uno dall’altro. Tonalità corpose, dal colore contenuto e dall’essenzialità disegnativa. Segni netti, veloci e marcati che tracciano un labirinto dentro il quale lo spettatore può introdursi per poi perdersi o trovarsi.

‘Non forme’ che danno vita a segni che sembrano ripetersi all’infinito e in maniera analoga. I segni di Barbara, si presentano uno accanto all’altro, ripetuti all’infinito, una griglia che sembra diventare una struttura molecolare, una crittografia di segni primordiali che rimanda ad un codice segreto: possiamo trovare la combinazione per accedervi? Questo ordine e disordine ci darà mai la possibilità di cogliere l’interiorità dell’artista o trovare addirittura la nostra?

Un labirinto, fatto di linee e spazi vuoti, che nel caso di Barbara Giummo si presenta con segni e colori, pieni e vuoti, in cui si intrecciano le emozioni dell’artista e le sensazioni dello spettatore. Nell’antichità il labirinto simboleggiava il caos primordiale e lo sforzo di imporre un ordine. Il suo disegno spiraliforme ricorda un serpente arrotolato, le viscere, ma anche i meandri del cervello, un disegno geometrico, più o meno complesso, costituito da varie linee e corsie disposte in una spirale oppure un quadrato che tracciano un percorso verso il centro, in cui l’ingresso coincide con l’uscita. Un labirinto, quello dell’artista, che può essere letto come simbolo del viaggio entro e oltre il limite del segno e del colore.

La mostra Horror vacui – Amor Pleni, di Barbara Giummo e a cura di Mery Scalisi, viene pensata per essere allestita presso Gammazita – Associazione culturale per la riappropriazione dei beni comuni e l’auto-organizzazione dal basso, a Catania. Un’area d’eccezione: una piazza con annesso locale, che vede l’Associazione Gammazita al centro di un’impresa sociale e culturale volta a migliorare e riqualificare lo spazio urbano. Gammazita così non si presenta come un semplice locale dove ritrovarsi per scambiare due chiacchiere e bere qualcosa, bensì come un posto che vive con il cuore, con l’anima e con il cervello. Una piazza che dal pomeriggio fino a tarda sera viene vissuta da ragazzi e non solo, catanesi e non, e che regala un’area di freschezza, novità e cambiamento, pochi ingredienti ma che ben dosati e mescolati iniziano a produrre pasti succulenti per il futuro catanese.

Horror vacui – Amor Pleni viene pensato allora come esperimento sociale: un allestimento en plein air, attorno e all’interno della piazza, che verrà vissuto dal passante di turno o da chi si vorrà fermare al locale per bere qualcosa e che vedrà le opere dell’artista dialogare con la piazza e col contesto culturale, una piazza piena di gente nelle ore pomeridiane e serali e vuota quando tutti rientrano a casa.

Barbara Giummo, classe 1990, nasce e vive ad Augusta. Si laurea e specializza all’Accademia di Belle Arti di Catania in Pittura, dove si dedica ad una ricerca espressiva in cui l’astrazione gioca un ruolo essenziale. Lo strumento del colore è senza dubbio il leitmotiv nella sua poetica, con rimandi alle geometrie e persistente uso delle sovrapposizioni di strati di colore o di altre materie. L’uso della figurazione è assolutamente casuale. Nel 2016 partecipa alla mostra “Moti Atemporali” presso il Teatro Coppola-teatro dei Cittadini di Catania, alla mostra “In attesa di Vento” presso il teatro Bellini di Acireale e all’evento culturale Gioeni art action, presso il parco Gioeni di Catania con l’installazione site- specific “Trame di Lana”.

Incontro con l’artista

Mery Scalisi: Attraverso quali mezzi e influssi la tua ricerca artistica è arrivata oggi a formulare opere astratte?
Barbara Giummo: Le opere astratte nascono da una necessità di andare oltre il reale, esplorare una dimensione di sogno scavare oltre a quello che si può vedere. Non ho mai apprezzato la pittura realistica e quello che esprime.

S. Il tuo è un astrattismo informale, tipico dell’arte di Giuseppe Capogrossi. Lui o quale altro artista sono stati i tuoi maestri?
G. Amo molto Capogrossi ma oltre a lui di grande ispirazione per me è Willem de Kooning, con le sue forme e la pittura ” sporca”. Senza dubbio aggiungo Emilio Vedova.

S. Durante l’applicazione del colore (acrilico per lo più), steso in maniera veloce e quasi impreciso, e l’accostamento di segni, in cosa consiste il tuo volere nei confronti dello spettatore? G. Non ho intenzione di suscitare nulla di predeterminato. Principalmente lavoro per me stessa, ma sono felice quando qualcuno, e spesso accade, apprezza quello che io avevo intenzione di dare, ossia e velocità contrasto.

S. La serie Horror Vacui et Amor Pleni vede come protagonista il labirinto. Un labirinto che lo stesso Kubrick in Shining identifica come un labirinto delle mente umana, fatto di angosce e gioie, che si mescolano in un vortice di emozioni che portano il protagonista a impazzire. In che modo pensi che oggi l’arte contemporanea (e soprattutto astratta) possa aiutare lo spettatore a riprendersi e ritrovarsi?
G. Nel mondo di oggi penso che l’arte astratta sia l’unico mezzo utile che possa permettere allo spettatore di ritrovarsi. In un certo senso le forme senza giunture sono capaci di aprire porte che d’impatto non recepiamo, ma che permangono nella memoria visiva. Il mio lavoro si ispira alle macchie di Rorschach, e come tale vuole essere l’incipit di nuovi pensieri che una pittura naturalistica non potrebbe dare, dato che ciò che si vede è ciò che è. Ciò che non si capisce spinge invece a conoscere altro da sé.

Info:

Barbara Giummo. Horror Vacui et Amor Pleni
6 – 15 settembre 2019
Gammazita
Piazza Federico di Svevia, 92 – Catania

Barbara Giummo, No title, 100×100, acrylic, 2019

Barbara Giummo, No title, 120×100, acrylic, 2019

Barbara Giummo, No title, acrylic, 2019

Barbara Giummo, No title, acrylic, 2019

Cover image: Horror Vacui et Amor Pleni Opening Ph: Rossana Platania


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