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Lenz Teatro riparte con RE-Opening Mondi Nuovi

Lenz Teatro riparte con RE-Opening Mondi Nuovi

Con pazienza, determinazione e resilienza (una delle parole più abusate degli ultimi anni che, però, qui trova una precisa ragion d’essere) Lenz Teatro riparte dopo la serrata pandemica nei grandi spazi ex industriali della propria sede, dove, fino al 10 ottobre, andranno in scena in prima nazionale tre assoli inediti firmati da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto nell’ambito del progetto RE-Opening Mondi Nuovi. I tre ritratti scenici, realizzati su musiche di Claudio Rocchetti, s’inscrivono in un decennale programma di ripensamento contemporaneo dell’intenzione filosofica insita nei testi del drammaturgo seicentesco Calderón de la Barca, da sempre fonte di ispirazione per i due autori. Flowers like stars?, Hipógrifo violento e Altro stato: questi i titoli delle nuove creazioni interpretate, rispettivamente, da Valentina Barbarini, Sandra Soncini e Barbara Voghera, iconiche personificazioni delle visioni della compagnia teatrale parmense, le cui biografie si rifrangono nella messa in scena calderoniana. Come spiega Maria Federica Maestri, responsabile di regia, installazione e costumi: «Il teatro barocco è generalmente considerato un teatro di identità allegoriche: Uno rappresenta Tutti, la parabola dell’Uomo vale per l’intera Umanità. All’opposto nella nostra lettura di Calderón la funzione degli eroi negativi o ambiguamente positivi – quali Sigismodo, Rosaura, Clarino, Fenix, Fernando – esalta la debolezza, la vulnerabilità, i turbamenti di quelle figure, trasformandoli in soggetti disturbati e disturbanti». Queste performance sono parte di un più ampio progetto di Lenz Fondazione che culminerà nel mese di giugno 2021 nell’allestimento site specific de La vita è sogno, commissione speciale per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21.

Flowers like stars?, è un sogno visionario liberamente tratto da Il principe costante, opera ambientata nella Spagna della Controriforma e dell’assolutismo cattolico, in cui Calderón propone una rappresentazione onirica che sembra mettere in discussione valori apparentemente monolitici come la sincerità della fede, la lealtà alla monarchia e la nobiltà del martirio. Nel vertiginoso, inquietante soliloquio di Fenix, il cui testo è stato tradotto e riscritto da Francesco Pititto, l’allegoria simbolica della bellezza che si rimira nello specchio turbata da una premonizione di colpa e di morte diventa un flusso di coscienza sull’ansia contemporanea di rimuovere la morte che trapassa senza soluzione di continuità in un’estasi di bellezza e desiderio d’amore. La protagonista fugge dalla convenzione dell’ineluttabilità della sofferenza addentrandosi nella vertigine delle sue domande senza risposta per ribadire un’incrollabile fede nella necessità della dissoluzione del sé. Il corpo muscoloso e androgino di Valentina Barbarini si muove in un’installazione scenica liberamente ispirata alla Camera della Badessa affrescata dal Correggio nell’ex Monastero di San Paolo a Parma, le cui sibilline rispondenze filosofico-mitologiche vengono tradotte in immagini effimere e parole disossate proiettate su paraventi di velo.

In Hipógrifo violento Calderón ha scritto alcuni dei versi più noti della letteratura teatrale spagnola in un dramma sul libero arbitrio, sull’esercizio del potere e sull’effimero dell’esistenza umana nell’inestricabile sconfinamento tra realtà e sogno. La scena si apre in medias res sull’invettiva di Rosaura contro il suo cavallo per averla disarcionata. La protagonista, vestita in abiti maschili, si è appena introdotta in Polonia (luogo ai confini dell’impero spagnolo con cui Calderón allude a un luogo esotico e quasi astratto) per ottenere dall’aspirante erede al trono che l’ha sedotta e abbandonata la riparazione del proprio onore. Rotolandosi a terra in seguito alla caduta, che si configura anche come un castigo metaforico per il suo orgoglio, sente i lamenti di Sismundo, figlio del re Basilio, rinchiuso in una torre dal padre per aver provocato, nascendo, la morte della madre e per i funesti presagi vaticinati dalle stelle sulla pericolosità della sua natura. In questo découpage performativo della piece originaria la narrazione viene condensata in una visione densa, che abita una scenografia post industriale composta da un’irta foresta di tubi in ferro che si contrappongono alla logora cedevolezza di cuscini sempre sul punto di esserne infilzati. Il labirinto barocco, lo spazio intricato e voluttuoso per eccellenza, diventa qui una scarna ambientazione senziente che enfatizza il dramma dell’identità dei protagonisti. Sandra Soncini è elastica e metamorfica, dà corpo e voce a Rosaura e Sismundo come se fossero un’unica entità contraddittoria esasperando l’ibridazione insita nella figura allegorica dell’ippogrifo, animale mitologico composto da un cavallo e un grifo, essere a sua volta derivato da un innesto tra aquila e leone. L’istinto è lasciato a briglie sciolte, l’ordine naturale delle cose è sovvertito da un continuo scambio di generi, attributi e qualità che rendono tangibile l’idea di un cosmo psichico che trae forza e nutrimento dal caos. Un caos sregolato e gravido di universi che la nostra epoca contemporaneità cibernetica fatica ormai a concepire, riducendo il disordine a un orizzontale rimescolamento di dati.

Le performance live sono affiancate da due installazioni visuali e sonore, a proposito delle quali Francesco Pititto spiega: «Un’imagoturgia delle visioni, metamorfosi, epifanie, documenti della rappresentazione, nella vita e sulla scena. Gli attimi si confondono, si sovrappongono e si uniscono per poi dividersi, allontanarsi dalla scena della vita. Quel che è stato e quel che è. Non-cinema, non documentario, tanto meno fiction, solo immagine». Mondi Nuovi è un viaggio neobarocco attraverso le imagoturgie (immagini complementari alla drammaturgia e alla scena) de La vita è sogno, Il grande teatro del mondo, La vida es sueño, Il principe costante e Il magico prodigioso, che ripercorrono l’evoluzione e la continuità nel tempo della riflessione di Lenz Fondazione sul pensiero drammaturgico di Calderón de la Barca e sui suoi possibili innesti nel contemporaneo. Melancolía contromano (da Il principe costante) è invece un documentario girato in Marocco e in Spagna nel 2006.

Il progetto RE-Opening Mondi Nuovi continua a Lenz Teatro con la prima nazionale di Altro stato, interpretato da Barbara Voghera, nuove repliche di Hipógrifo violento, l’installazione visuale e sonora Melancolía contromano e, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, il seminario di studi Futuro sensibile.

Info:

Hipógrifo violento 8, 9 ottobre ore 21.45; 10 ottobre ore 19.45
Altro stato 8, 9 ottobre ore 20.45; 10 ottobre ore 18.45
Melancolía contromano 8, 9 ottobre ore 20.00; 10 ottobre ore 18.00

Per informazioni e prenotazioni: 0521 270141, 335 6096220, info@lenzfondazione.it
www.lenzfondazione.it

Lenz Teatro
via Pasubio 3/e Parma

Lenz Fondazione, Flowers like stars – foto di Maria Federica Maestri

RE-Opening MONDI NUOVILenz Fondazione, Flowers like stars – foto di Maria Federica Maestri

Lenz Fondazione, Hipógrifo violento – foto di Maria Federica Maestri

Lenz Fondazione, Hipógrifo violento – foto di Maria Federica Maestri

Lenz Fondazione, Mondi Nuovi, installazione di Maria Federica Maestri


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