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Sculptural Training. La parola agli artisti

Sculptural Training. La parola agli artisti

Una fotografia, una fotolitografia, cinque sculture – due delle quali nascono però in funzione di un atto performativo – e un video che appare scansionando un QR-code. Sculptural Training, la collettiva in corso fino al 7 marzo 2020 all’mtn | museo temporaneo navile di Bologna che vede protagonisti Joseph Beuys, Domenico Brancale, Daniele D’Acquisto, Niccolò Morgan Gandolfi, Alberto Scodro, Marcello Tedesco e Moe Yoshida, è una creatura complessa. Non basta osservarne le opere per capirne i meccanismi. Bisogna andare oltre, cercare di comprenderne le motivazioni e i procedimenti fino ad arrivare al nocciolo della questione: il pensiero scultoreo. A spiegare il significato di questo concetto, insieme alla natura dei lavori, sono gli stessi artisti, intercettati per una breve intervista.

Marcello Tedesco, fondatore dello stesso museo insieme a Silla Guerrini, afferma: “Da anni mi interrogo su cos’è la scultura oggi. Certo, può essere ancora qualcosa legato al fare oggetti, ma non può iniziare e finire lì. Ho l’impressione che oggi la scultura più avanzata abbia a che fare col pensiero, con la capacità di renderlo vivo, vitale: insomma una vera e propria forza in grado di plasmare la realtà stessa”. Le sue due opere, Threshold e Sculptural Training, concorrono ad ampliare i confini della scultura in un’esperienza plurisensoriale che coinvolge anche l’udito.

Niccolò Morgan Gandolfi, a proposito della fotografia Altar IV, ci dice: “È un lavoro che mette in scena un rituale, l’origine di una scena predisposta ad accogliere tutti i possibili significati – in questo caso un sacrificio, un’offerta –. Il processo scultoreo comincia nella scelta del luogo, l’edificazione stessa è innanzitutto il rito. Poi la raccolta degli oggetti, del cibo: frutta e verdura presenti in quella stagione, trasportate e installate alla luce dell’alba in un paesaggio antico, divorate infine dal tempo”.

Per quanto riguarda Il mezzo, Moe Yoshida afferma: “È una scultura/marionetta/macchinario che viene manovrata da due o al massimo tre persone (io e altri). Essa funziona come uno strumento che permette di creare una sensazione corporea estesa, un senso di condivisione, di sorpresa, disagio o soddisfazione. I semplici meccanismi della scultura, e la sua forma vagamente antropomorfa, dialogano con i manovratori, conducendoli in una serie di movimenti che modificano la sua forma. La tematica del pensiero scultoreo si connette al nucleo di questo lavoro nella relazione organica fatta dai dialoghi muti delle energie, al fatto di esistere in uno stato di divenire: il Pensiero come forma vitale”.

È la volta di Domenico Brancale con Stratografia 2: “Ciò che c’è di scultoreo nel pensiero non è altro che il gesto, la possibilità di ripetere all’infinito un’azione. In qualche modo il pensiero scultoreo appartiene alla parola nell’essere respiro, nel tentativo di reincarnare lo spazio della voce. Stratografia 2, grafia degli strati di voce, si inserisce in questo sistema”. Il suo lavoro, insieme a quello di Gandolfi e Yoshida, si concretizza dunque nell’azione, nel movimento – vocale o motorio – che prevede uno sforzo e che coinvolge il pubblico: l’opera smette di rimanere tale per trasformarsi in qualcosa di vivo, attivo.

Alberto Scodro, riguardo a Blurring Chair, ci dice: “Si tratta di un forno, un concentrato di energia elettrica che carica di calore la fusione minerale al suo interno al fine di aumentarne la massa. Contemporaneamente il calore si disperde nell’aria diventando parte dello spazio e deformandolo in uno sfocato effetto ‘Fata Morgana’”. Da queste parole si intuisce che l’elemento che accomuna tutti i lavori è il calore, sia esso generato da azioni performative, sia derivante dalla luce naturale: l’energia è l’unica capace di infondere la vita, l’unica in grado di far muovere i corpi e il pensiero e di alterare la materia stessa. Di contro, come afferma Marcello Tedesco, S-REVERSE di Daniele D’Acquisto funge da “catalizzatore, assorbendo l’energia per poi disperderla nuovamente nello spazio”.

Riguardo alla sua opera, D’Acquisto afferma: “Ho lavorato per anni sulla ricerca del potenziale autopoietico di strutture anche in grado di innescare attività autoteliche, una formalizzazione di due concetti teorizzati da Humberto Romesín Maturana e Mihály Csíkszentmihályi. In questo caso, una struttura che può espandersi e che si riconnette a un contesto ambientale di volta in volta diversificato, analizzando le caratteristiche dello spazio, ricongiungendo o inglobando oggetti (più che altro boe) che diventano parte di un corpo unico. La forma della scultura in effetti per me è lo spazio. Un pensiero scultoreo così strutturato non può che dar luogo ad enti variabili per i quali il contesto culturale ha un ruolo decisivo”.

Emblematica, infine, la fotolitografia di Joseph Beuys The sense of hearing del 1974: è proprio dagli insegnamenti della Scultura Sociale che nasce infatti il pensiero scultoreo, il quale, come visto prima, non porta necessariamente alla produzione di manufatti, ma si realizza ogni qual volta si cerchi di dar vita a qualcosa di inedito e profondo, a sperimentazioni che superino i linguaggi codificati e che esplorino la vera natura del fare arte.

L’intera esperienza di Sculptural Training confluirà in un documentario che verrà presentato per la prima volta nel corso del finissage previsto in data 6 marzo 2020 alle ore 17.30, giorno nel quale si rinnoverà inoltre il consueto appuntamento denominato L’esperienza dell’arte: ospiti d’eccezione saranno Simone Menegoi, direttore artistico di Arte Fiera Bologna, e Gabriele Tosi, direttore artistico di LOCALEDUE, spazio non profit per la promozione dell’arte contemporanea fondato sempre a Bologna nel 2013.

Antongiulio Vergine

Info:

Scultptural Training – Joseph Beuys, Domenico Brancale, Daniele D’Acquisto, Niccolò Morgan Gandolfi, Alberto Scodro, Marcello Tedesco, Moe Yoshida
Dal 24 gennaio 2020 al 7 marzo 2020
mtn | museo temporaneo navile, via John Cage 11/A-13/A, Bologna
info@museotemporaneonavile.org
www.museotemporaneonavile.org

Sculptural Training, exhibition view, mtn - museo temporaneo navile, BolognaSculptural Training, exhibition view, mtn – museo temporaneo navile, Bologna

Sculptural Training, exhibition view, mtn – museo temporaneo navile, Bologna

Domenico Brancale, Stratografia 2, 2020

Marcello Tedesco, Sculptural training, 2019

Niccolò Morgan Gandolfi, Altar IV, from the series Composition part I, 2017Niccolò Morgan Gandolfi, Altar IV, from the series Composition part I, 2017


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