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Fondazione Prada presenta Jannis Kounellis

Fondazione Prada presenta Jannis Kounellis

Dipingere con la materia il passato e il presente rendono Jannis Kounellis un artista unico, in grado di imprimere al mondo dell’arte contemporanea quel quid in più che spesso fa discutere. La storia artistica di Jannis Kounellis (Pireo 1936- Roma 2017) inizia nel 1956, a Roma, dove sotto la guida di Toti Scialoja si lascia influenzare dal linguaggio espressionista astratto e da quell’arte informale che lo accompagneranno per tutta la carriera.

Esordisce a Roma negli anni ‘60, presso la galleria La Tartaruga. Il suo è un linguaggio pubblico non formalizzato, fatto di segni riconoscibili che alludono ad un nuovo linguaggio artistico. L’incontro con l’arte povera, sempre negli stessi anni, sarà fondamentale per una svolta stilistica dal sapore mistico e creativo che troveremo però nei lavori realizzati verso la fine di questo periodo e che avvicineranno Kounellis agli altri colleghi appartenenti a quel filone artistico.

La mostra in Fondazione Prada di Venezia ci aiuta a comprendere meglio questo meraviglioso artista che oggi a distanza tanti anni dal suo esordio non smette mai di ispirare molti artisti contemporanei. Gli spazi di Ca’ Corner della Regina sono letteralmente invasi dalla retrospettiva più interessante mai realizzata dopo la sua morte. Il progetto nasce in collaborazione con l’Archivio Kounellis e riunisce più di 60 lavori eseguiti tra il 1956 e il 2015 provenienti da importanti istituzioni nazionali e internazionali.

Il focus della mostra è il dialogo tra le opere di Kounellis e gli spazi settecenteschi della Fondazione da cui scaturisce un incontro unico in grado di rendere questo percorso contrastante e singolare. A primo impatto si potrebbe pensare quasi fuori luogo l’idea di esporre un artista come Kounellis, così attuale e poco “fastoso” in un contesto tanto sfarzoso, in realtà è proprio questa dissonanza a rendere la mostra singolare.

Il primo piano nobile del palazzo presenta i primi lavori dell’artista. Si tratta di scritte, segnali e insegne spesso “raccolte” per le strade di Roma che diventano poi lettere e numeri tracciati su tela bianca.  Si tratta di poesie visive che frammentano il linguaggio reale per essere altro e assumere forme astratte che nella ricerca pittorica successiva di Kounellis si ricomporranno fino a diventare soggetti naturali. Un ulteriore processo di trasformazione pittorica lo vedrà avvicinarsi sempre più al linguaggio dell’arte povera: elementi concreti quali terra, acqua e soprattutto fuoco diventeranno centrali nella sua ricerca. Dal linguaggio fisico tipico dell’arte povera, Kounellis si avvicina al concettuale, lavorando su elementi vitali e le loro relazioni con la terra. Organico e inorganico si fondono trasformando il linguaggio artistico in un’esperienza corporea sensoriale. Tatto, olfatto, vista e udito diventano l’espressione di un’arte sinestetica che non si limita più a volere essere osservata ma pretende di essere vissuta intensamente.

Le opere degli anni ‘70 sono presentate attraverso uno scontro dialettico tra percezioni opposte. Leggerezza vs pesantezza, fragilità vs permanenza, attraverso i lavori di Kounellis, vogliono ricordarci di quanto l’uomo si senta oppresso a vivere tra le costrizioni sociali nonostante ricerchi costantemente un senso di libertà che solo l’arte è in grado di restituirci.

Il fuoco, elemento centrale nell’arte di Jannis Kounellis, ci guida verso le altre opere esposte e rappresenta quella scissione tra passato e presente che tiene viva la speranza di ricomporsi, proprio come accade in Senza Titolo(Tragedia Civile) del 1975. Dal fuoco al fumo, centrale invece nei lavori degli anni ‘80 che rappresentano un ritorno alla pittura e una triste consapevolezza: se il fuoco tiene viva l’idea di un’arte rivoluzionaria il fumo ne rappresenta la morte politica e sociale.

Avanguardista e sensibile, Jannis Kounellis attraverso i suoi lavori ci insegna che l’arte può rinascere dalle sue ceneri, attraverso un processo di trasformazione che non deve smettere mai di accompagnarci nella vita.

Flavia Annechini

Info:

Jannis Kounellis
a cura di Germano Celant
11 maggio – 24 novembre 2019
Fondazione Prada
Ca’ Corner della Regina, Venezia

da sinistra a destra: Jannis Kounellis Senza titolo, 1959 bottiglie, compensato/ Senza titolo, 1960 acrilico e smalto su tela/ Senza titolo, 1969 juta, granaglie, legumi, caffè / Senza titolo, 1960 olio e matita su lino

Jannis Kounellis, Senza titolo, 2011 cappotti, cappelli, scarpe; sullo sfondo: Senza titolo (Giallo), 1965 olio su tela

Jannis KounellisJannis Kounellis, Senza titolo (Tragedia civile), 1975 muro ricoperto in foglia d’oro, attaccapanni, cappotto, cappello, lampada a petrolio

Per tutte le immagini: ph. Agostino Osio – Alto Piano Courtesy Fondazione Prada


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